Pensava per immagini, probabilmente per l’abitudine ad esprimersi col linguaggio dell’arte: similitudini, allegorie, metafore come prestanomi, incarnazioni di sentimenti e pensieri: Luca era un artista, un pittore, pensava e parlava da pittore perché dipingeva da quando aveva diciott’anni, ma non si accontentava di essere vago facendo il verso alla vita con inutili tautologismi, approssimate assonanze, forzati adattamenti o didascaliche oleografie. No. Lui rincorreva, braccava dappresso la “metafora esatta”, cercava la massima trasparenza del cristallo in cui riversava e custodiva le idee, perché la forma non fosse mai d’ostacolo al significato riposto e trascendente:
la vita è altrove.
Lo ricordava sempre.
L’esatta metafora doveva necessariamente essere pura trasparenza, l’unico obbligato, diafano involucro fisico utile ad introdurre la sua mente alla presenza del Mistero rivelato, aldilà dell’ovvio, completamente, radicalmente oltre il buon senso e la scienza.
Era come nel suo cammino di fede, non si accontentava d’essere generico e, con spirito ecumenico d’ispirazione relativista, di postulare l’esistenza di un Dio assemblato dagli uomini, costruito sulle opinioni e strumentalizzato dagli interessi. No. Lui voleva conoscere esattamente il nome, il cognome, l’indirizzo e il numero di telefono di Dio, di quell’unico Dio geloso e scomodo, ma capace di saziarlo d’ Amore e Verità nel nome rivelato del Mistero Incarnato Gesù, di sostanza e trasparenza perfetta: vero Dio e vero uomo.
Amava tanto Luca queste “trasparenze” e questa visione trascendente del reale da esagerare sempre la misura, fino a perdersi a quote irrespirabili. Diveniva astratto e vuoto ed inevitabilmente precipitava, come Lucifero, nell’inferno.
L’inferno del taedium vitae, il non-senso: la noia.
Certo era bello ed emozionante udire gli echi dal profondo, ascoltare con cuore ed intelletto aperti l’armonia sinfonica degli eventi che ruotano attorno al loro centro atomico e significante, ma tutto ciò chiedeva una fissità contemplativa che lo allontanava dalla strada, lì dove invece lui voleva essere, per camminare.
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