tutte le immagini dei quadri, delle sculture ed i testi tratti dai libri dell’artista sono © di Max Loy


..."Il raggio verde è una luce visibile per brevi secondi nelle chiare serate estive, subito dopo il tramonto del sole.

In metafora è qualcos’altro di più significante, una luce interiore che va cercata lì dove ha dimora: nel silenzio.



raccolta di immagini, testi e pensieri di Max Loy ...

e di quant'altro attinente alla sua arte

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Studio: via Abbi Pazienza 14 – C.A.P. 51100 Pistoia cell. 3389200157 mail - info@maxloy.com

In these paintings of mine there are two different elements: colour and shape, casualty and organization, intuition and recognition. Two different types of music combining melody and a countermelody evoking the marvel of a stereophonic listening.


ACCOMODATI, SEI IL BENVENUTO !

Introduzione alla Sua arte

Esposizione virtuale delle opere di Max Loy.

“E’ così: ogni azione e ancor più manifestamente quelle dettate dal sentimento, affondano le radici in una regione misteriosa dalla quale ogni gesto assume un significato trascendente che è caratteristico della figura dell’uomo: egli trascende se stesso, così le sue azioni sono allegorie, immanenza e trascendenza insieme.

Questo è un mistero grande, l’unico.”

data inizio blog: 8 ottobre 2009


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sabato 8 ottobre 2016

Lo stile

... Dunque lo stile ...
Lo stile in fin dei conti siamo noi, è la nostra grafia. Dico grafia e non calligrafia, perché questa parola di origine greca significa bella scrittura e non sempre il nostro stile è quel che si intende per una bella scrittura.
Oggi poi, di belle scritture ne esistono veramente poche, perché s’è perso il gusto dello scrivere ed il rispetto per chi legge. Poco male non essere più cultori della forma, come nel periodo vittoriano. Tuttavia la forma, che non ha un valore di per sé, è sempre segno di qualcos'altro, che invece ha importanza. Faccio un esempio efficace: l’ordine e la libertà, sono la grafia, anzi la calligrafia di Dio e l’universo è l’opera che Dio ha scritto con la sua bella scrittura. La figura cui questa bella figura si addice non può essere diversa dalla persona di Gesù, vale a dire che lo stile coincide con la persona: il Verbo si è fatto carne, il che significa quindi che porsi un problema di stile equivale a porre il medesimo problema sul piano esistenziale.

La questione esistenziale non è evidentemente una questione formale, ma di sostanza, è una ricerca del valore e fa capo alla metafisica della qualità, come insegna il nostro caro amico Pirsig nei suoi due libri “Lo zen e l’arte della manutenzione della motocicletta” e “Lila”.


Ed è necessario che il rarefatto mondo delle idee non possa restare avulso nell'impensabile spazio primordiale che precede la creazione, deve seguire il destino scelto liberamente dal Creatore, deve contemplare ed adempiere il mistero dell’incarnazione, deve prendere forma.
Se Dio si coinvolge con la Storia, assume un corpo ed un nome e cammina per le nostre strade, anche noi dovremo assumerci la responsabilità di essere “eucaristicamente” presenti nelle nostre opere, la cui forma non potrà essere arbitraria, ma al contrario determinata dal nostro stile, di cui dovremo rispondere, innanzi tutto a noi stessi, poi davanti agli uomini e quindi a Dio, come in una prova del nove di verifica.
Le nostre opere ci interrogano ed attendono da noi una risposta di stile, che è innanzi tutto coerenza, coscienza e responsabilità.


Vedete, qui il caso non c’entra.
Chi ipotizza il caso se ne infischia della coerenza e della responsabilità e crede stranamente ai miracoli, senza credere in Dio. Pretende l’assurdo solo per evitare la responsabilità che, ammetto sia un grave peso, ma è ineludibile.
La responsabilità è una roccia, una montagna: non si sposta. Tutti i nostri sforzi per sgombrare lo spazio della nostra coscienza dalla responsabilità non smuovono di un millimetro questa roccia che occupa tutto lo spazio della realtà. Non vedere la responsabilità non significa minimamente aver eluso il problema, aggirato lo scoglio, ma semplicemente che stiamo camminando con gli occhi chiusi.
Un pittore che tenti di comprendere e di dipingere il mondo ad occhi chiusi è un pittore cieco. Ma Dio è grande, grande nella misericordia: pone sulle nostre spalle un giogo leggero. Con tutta la buona volontà non comprenderemo mai quanta responsabilità abbiamo avuto.
Al giorno d’oggi non ricordiamo nemmeno che esiste un peccato di omissione. L’omissione? E che cos'è? Provate ad interrogare il caso, chissà che risposta potrà inventare


A questo punto il mio stile suona la campana di primo round, mi impone un break, perché mi sono ricordato all'improvviso che dipingere è un gran divertimento.

martedì 19 gennaio 2016

inconsueto


Città antica



Città di antichi splendori,
ma sempre emozionanti
per chi, affascinato, percorre le sue vie.

Ogni angolo suscita meraviglia,
si rimane estasiati
di fronte alla magnificenza
di chiese, monumenti, palazzi...

….

E' un enorme museo a cielo aperto,
è la città che rapisce lo sguardo,
che imprigiona l'animo
in un groviglio di stupori senza fine...


(tratto da una poesia di D.Addeo)

Il borgo





.....

Dove nel dolce tempo d'infanzia poche vedevo sperse arrampicate casette sul nudo della collina,
sorgeva un Borgo fervente d'umano lavoro. In lui la prima volta soffersi il desiderio dolce e vano
d'immettere la mia dentro la calda vita di tutti, d'essere come tutti gli uomini di tutti i giorni. 


La fede avere di tutti, dire parole, fare cose che poi ciascuno intende, e sono,
come il vino ed il pane,
come i bimbi e le donne, valori di tutti. 


Ma un cantuccio, ahimé, lasciavo al desiderio, azzurro spiraglio,
per contemplarmi da quello, 
godere l'alta gioia ottenuta di non esser più io,
 d'essere questo soltanto: fra gli uomini un uomo.

.....

Umberto Saba