tutte le immagini dei quadri, delle sculture ed i testi tratti dai libri dell’artista sono © di Max Loy


..."Il raggio verde è una luce visibile per brevi secondi nelle chiare serate estive, subito dopo il tramonto del sole.

In metafora è qualcos’altro di più significante, una luce interiore che va cercata lì dove ha dimora: nel silenzio.



raccolta di immagini, testi e pensieri di Max Loy ...

e di quant'altro attinente alla sua arte

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In these paintings of mine there are two different elements: colour and shape, casualty and organization, intuition and recognition. Two different types of music combining melody and a countermelody evoking the marvel of a stereophonic listening.


ACCOMODATI, SEI IL BENVENUTO !

Introduzione alla Sua arte

Esposizione virtuale delle opere di Max Loy.

“E’ così: ogni azione e ancor più manifestamente quelle dettate dal sentimento, affondano le radici in una regione misteriosa dalla quale ogni gesto assume un significato trascendente che è caratteristico della figura dell’uomo: egli trascende se stesso, così le sue azioni sono allegorie, immanenza e trascendenza insieme.

Questo è un mistero grande, l’unico.”

data inizio blog: 8 ottobre 2009


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sabato 17 settembre 2011

Intervista a Max Loy - 11a domanda

1
Intervista
a
Max Loy

Rispondere ad una domanda mi procura sempre un piacere sottile,
quello di scegliere, tra le tante possibili risposte, quella più ampia e più esatta”



1.        Come vedi il tuo lavoro in rapporto alla cultura artistica contemporanea?

Mmh….!  Strano vedere girare il mondo alla rovescia…  la cultura in genere mi sembra abbia abdicato dal suo ruolo etico, la vedo persa nelle acque basse e stagnanti delle mode, deliziata e paga delle più inutili artificiosità. Arbitraria, si gingilla in compiacimenti cervellotici e perversi, satura e ridondante di effetti speciali, affascinata dalla forma e dalla confezione. Sono tempi di transizione dove tutto si rimescola sollevando sedimenti che il tempo aveva sapientemente consegnato all’oblio della terra. Riappaiono come zombi i fantasmi del caos primordiale, tirati a lucido come nelle vetrine dell’usato. C’è un affanno palpabile di ricerca d’identità, originalità e novità che però non è altro che imbiancatura di facciate in disfacimento.
Dal travaglio di questo secolo germinerà il seme di una nuova coscienza, la Storia ha un destino, lo dico per fede, ma ora si vive il disagio di un parto difficile e male assistito. Troppo rumore, troppe luci, troppa velocità, distrazione, stravaganza e indecenza, molta, molta indecenza. Manca del tutto la pausa musicale che è lo spazio necessario per meditare il suono, il parlato, il vissuto. Non c’è affezione, una cosa vale l’altra. Deboli amori, al loro posto sfizi. Ci sono troppe risposte, troppe verità, troppi messia… troppi peccati. Le domande sono quiz, la cultura viaggia orizzontalmente, si espande in superficie mischiata all’invadenza della pubblicità, moltiplica dispersiva informazione di dettaglio e deleteria disinformazione anestetica, è tautologica, rimbalza da una sponda all’altra infinite volte: ha dimenticato la dimensione verticale, indifferente o forse inconsapevole della profondità e dell’altezza.
Io, cultore del metodo razionale logico - deduttivo - causa - effetto, mi meraviglio della predicazione del disordine in un secolo educato ai rigori della scienza. Per la verità mi meraviglio anche della scienza che, contemplando la perfezione dell’universo, non sembra capace di risalire alla sua causa logica, al “motore immobile”… a Dio, in aperta contraddizione con il proprio metodo di ricerca.
Resto soprapensiero, un po’ sopraffatto da ciò che mi accade intorno, incerto sull’affidabilità dell’intelligenza umana, preoccupato per l’entropia che si accumula come una nera tempesta di sabbia.
Tendo l’orecchio alle profezie per meglio comprendere il presente.
E mi convinco che quest’epoca disperata è assetata di trascendenza.

Non ho mai sopportato che dell’arte si sia fatto un commercio.




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