tutte le immagini dei quadri, delle sculture ed i testi tratti dai libri dell’artista sono © di Max Loy


..."Il raggio verde è una luce visibile per brevi secondi nelle chiare serate estive, subito dopo il tramonto del sole.

In metafora è qualcos’altro di più significante, una luce interiore che va cercata lì dove ha dimora: nel silenzio.



raccolta di immagini, testi e pensieri di Max Loy ...

e di quant'altro attinente alla sua arte

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In these paintings of mine there are two different elements: colour and shape, casualty and organization, intuition and recognition. Two different types of music combining melody and a countermelody evoking the marvel of a stereophonic listening.


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Introduzione alla Sua arte

Esposizione virtuale delle opere di Max Loy.

“E’ così: ogni azione e ancor più manifestamente quelle dettate dal sentimento, affondano le radici in una regione misteriosa dalla quale ogni gesto assume un significato trascendente che è caratteristico della figura dell’uomo: egli trascende se stesso, così le sue azioni sono allegorie, immanenza e trascendenza insieme.

Questo è un mistero grande, l’unico.”

data inizio blog: 8 ottobre 2009


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sabato 26 dicembre 2009

“VADO A FARE UN GIRO IN BICI” - dal libro "La casa del padre"



Afferrò l’asta della tenda da sole e lentamente la riavvolse come ogni sera, come ogni estate a quell’ora, con gesto antico, con ritualità.

Le sei e mezza.

“Ma dove sono andati?” pensò scendendo le scale che portavano in salotto “… non si vede anima viva, moglie e figli….spariti!”

Un nuovo senso di abbandono. In aggiunta.

E di libertà. Temuta.

Scrisse un biglietto, si guardò attorno, poi lo fissò con una goccia di sapone sullo schermo del televisore: “così lo vedranno”.


“VADO A FARE UN GIRO IN BICI”

Ancora i ricordi.

C’era stato un “giro in bicicletta”storico. Era stato col padre: otto giorni, dalla montagna al mare. Quasi una leggenda. Scene viste e riviste alla moviola, istituzionalizzate, stereotipe, emblematiche. Ferme nella memoria da quarant’anni, nel loro scrigno segreto come la collezione di un avaro, chiuse in cassaforte, inutili, ossessive… indecifrabili. Luca bambino, con un berrettino bianco e due dentoni da castoro, lascia cadere un sasso in un fiume dall’alto di un ponte, poi volge la testa, guarda l’obiettivo, sorride e fa ciao con la mano.

Nei secoli dei secoli.

Che altro c’era da capire?

Cos’altro da rimpiangere?





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