Afferrò l’asta della tenda da sole e lentamente la riavvolse come ogni sera, come ogni estate a quell’ora, con gesto antico, con ritualità.
Le sei e mezza.
“Ma dove sono andati?” pensò scendendo le scale che portavano in salotto “… non si vede anima viva, moglie e figli….spariti!”
Un nuovo senso di abbandono. In aggiunta.
E di libertà. Temuta.
Scrisse un biglietto, si guardò attorno, poi lo fissò con una goccia di sapone sullo schermo del televisore: “così lo vedranno”.
“VADO A FARE UN GIRO IN BICI”
C’era stato un “giro in bicicletta”storico. Era stato col padre: otto giorni, dalla montagna al mare. Quasi una leggenda. Scene viste e riviste alla moviola, istituzionalizzate, stereotipe, emblematiche. Ferme lì nella memoria da quarant’anni, nel loro scrigno segreto come la collezione di un avaro, chiuse in cassaforte, inutili, ossessive… indecifrabili. Luca bambino, con un berrettino bianco e due dentoni da castoro, lascia cadere un sasso in un fiume dall’alto di un ponte, poi volge la testa, guarda l’obiettivo, sorride e fa ciao con la mano.
Nei secoli dei secoli.
Che altro c’era da capire?
Cos’altro da rimpiangere?
Nessun commento:
Posta un commento
Esprimi il tuo commento, grazie.