È tornato Mosé e ha fatto un miracolo stupido?
O è uno scherzo per vedere se siamo attenti?
Insomma, per farla breve, il mare se n’è andato. È arretrato per quanto è larga la barriera corallina, cioè dalla spiaggia fino al salto dove il fondo s’inabissa: non è rimasta che qualche pozzanghera. Questa mattina c’era come sempre un metro d’acqua e non ho fatto in tempo a mangiare che mi trovo questo spettacolo davanti. Tutto quel microcosmo sommerso affiora alla superfice, esposto all’aria, al calore del sole e più pericolosamente ai turisti idioti e vandali, oltre che ai cari bambini. Vedo in ogni anfratto di scoglio sbucare i lunghi e pelosi tentacoli delle stelle marine, vedo paguri, conchiglie e animaletti vari da scoglio. I pesci se ne sono andati con la marea, nuotano oltre il salto, nel mare aperto. Tutta la gente che di solito ozia in spiaggia ora zampetta tra gli scogli, si sono improvvisati naturalisti e, tutti col sedere per aria, osservano la vita esposta del fondo mentre io osservo loro, immaginando con tristezza che tra pochi anni rimarrà poco dell’habitat naturale che vedo: in riva, frammisti ai coralli, già si raccolgono cicche. Risalgo tutto il pontile fino alla piattaforma. Oggi l’onda non si frange, il mare è biù basso della barriera e l’acqua defluisce al contrario. In una pozza più estesa scorgo una piccola murena. Sembra veramente un serpente, maculata, di color bronzo-dorato, lunga quanto una vipera, si muove nello stesso modo sinuoso ed ipnotico. È in caccia, controlla tutti gli anfratti degli scogli e ad un certo punto scatta, infila la testa dentro un buco e vi penetra per metà. C’è una lotta, vedo che si torce, che da degli strappi, che tira. Alla fine esce e scompare dietro una roccia.
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