tutte le immagini dei quadri, delle sculture ed i testi tratti dai libri dell’artista sono © di Max Loy


..."Il raggio verde è una luce visibile per brevi secondi nelle chiare serate estive, subito dopo il tramonto del sole.

In metafora è qualcos’altro di più significante, una luce interiore che va cercata lì dove ha dimora: nel silenzio.



raccolta di immagini, testi e pensieri di Max Loy ...

e di quant'altro attinente alla sua arte

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In these paintings of mine there are two different elements: colour and shape, casualty and organization, intuition and recognition. Two different types of music combining melody and a countermelody evoking the marvel of a stereophonic listening.


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Introduzione alla Sua arte

Esposizione virtuale delle opere di Max Loy.

“E’ così: ogni azione e ancor più manifestamente quelle dettate dal sentimento, affondano le radici in una regione misteriosa dalla quale ogni gesto assume un significato trascendente che è caratteristico della figura dell’uomo: egli trascende se stesso, così le sue azioni sono allegorie, immanenza e trascendenza insieme.

Questo è un mistero grande, l’unico.”

data inizio blog: 8 ottobre 2009


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martedì 8 dicembre 2009

Dove è finito il mare? - dal libro "Sea life"



Sto andando nuovamente al pontile per un’oretta di siesta digestiva: mi voglio bene, non mi ammazzo di lavoro.
Sono le due. Quando, all’altezza dell’ultimo blocco di case, svolto a sinistra verso la spiaggia, mi attende una sorpresa:

il mare non c’è più.

Ora, è vero che sono un uomo maturo e non mi meraviglio più di niente, però....

Hanno tolto il tappo? E dov’è finita l’acqua?
È tornato Mosé e ha fatto un miracolo stupido?
O è uno scherzo per vedere se siamo attenti?

Insomma, per farla breve, il mare se n’è andato. È arretrato per quanto è larga la barriera corallina, cioè dalla spiaggia fino al salto dove il fondo s’inabissa: non è rimasta che qualche pozzanghera.
Questa mattina c’era come sempre un metro d’acqua e non ho fatto in tempo a mangiare che mi trovo questo spettacolo davanti. Tutto quel microcosmo sommerso affiora alla superfice, esposto all’aria, al calore del sole e più pericolosamente ai turisti idioti e vandali, oltre che ai cari bambini. Vedo in ogni anfratto di scoglio sbucare i lunghi e pelosi tentacoli delle stelle marine, vedo paguri, conchiglie e animaletti vari da scoglio. I pesci se ne sono andati con la marea, nuotano oltre il salto, nel mare aperto. Tutta la gente che di solito ozia in spiaggia ora zampetta tra gli scogli, si sono improvvisati naturalisti e, tutti col sedere per aria, osservano la vita esposta del fondo mentre io osservo loro, immaginando con tristezza che tra pochi anni rimarrà poco dell’habitat naturale che vedo: in riva, frammisti ai coralli, già si raccolgono cicche. Risalgo tutto il pontile fino alla piattaforma. Oggi l’onda non si frange, il mare è biù basso della barriera e l’acqua defluisce al contrario. In una pozza più estesa scorgo una piccola murena. Sembra veramente un serpente, maculata, di color bronzo-dorato, lunga quanto una vipera, si muove nello stesso modo sinuoso ed ipnotico. È in caccia, controlla tutti gli anfratti degli scogli e ad un certo punto scatta, infila la testa dentro un buco e vi penetra per metà. C’è una lotta, vedo che si torce, che da degli strappi, che tira. Alla fine esce e scompare dietro una roccia.





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