tutte le immagini dei quadri, delle sculture ed i testi tratti dai libri dell’artista sono © di Max Loy


..."Il raggio verde è una luce visibile per brevi secondi nelle chiare serate estive, subito dopo il tramonto del sole.

In metafora è qualcos’altro di più significante, una luce interiore che va cercata lì dove ha dimora: nel silenzio.



raccolta di immagini, testi e pensieri di Max Loy ...

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In these paintings of mine there are two different elements: colour and shape, casualty and organization, intuition and recognition. Two different types of music combining melody and a countermelody evoking the marvel of a stereophonic listening.


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Introduzione alla Sua arte

Esposizione virtuale delle opere di Max Loy.

“E’ così: ogni azione e ancor più manifestamente quelle dettate dal sentimento, affondano le radici in una regione misteriosa dalla quale ogni gesto assume un significato trascendente che è caratteristico della figura dell’uomo: egli trascende se stesso, così le sue azioni sono allegorie, immanenza e trascendenza insieme.

Questo è un mistero grande, l’unico.”

data inizio blog: 8 ottobre 2009


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martedì 29 dicembre 2009

Perché Costa dei fiori - dal libro "Costa dei fiori"



Perché Costa dei fiori


Visto che per tutta la vita non ho fatto altro che lagnarmi di non aver potuto viaggiare e di essermi perso quella importante esperienza del venire a contatto con altre culture e chissà quali straordinarie opportunità connesse, Dio, nella mia maturità dei tempi, mi ha piazzato qua, sotto una palma, sapendo che le palme mi piacciono, mi ha messo un pennello in mano, per mettermi a mio agio e, dopo queste squisite delicatezze, m’ha detto senza fronzoli, con altro tono:

- Ora te ne stai qui buono e non rompi, pensa soltanto ai cazzi tuoi, che al resto ci penso io. -


Poi ha detto al mondo:

- Ruota intorno a quest’uomo, perché ho un certo progetto su di lui. -


Devo rilevare che né io, né il mondo siamo gran che compatibili, e nessuno dei due capisce il perché di questa arbitraria iniziativa di Dio, ma tant’è, ognuno ha il Dio che si merita.

Quanto a me, se devo pensare alla mia esperienza di pittore, so che quando non riesco ad individuare il centro del quadro e a ricollegarne i nessi, cerco come prima cosa di allontanarmi di tre, cinque, dieci passi, secondo la difficoltà che incontro nel pervenire ad una sintesi onesta ed illuminata. Se poi, anche facendo questo, non vengo a capo di niente, vuoi perché sono stanco, vuoi perché non è una cosa facile cogliere il centro dei problemi, allora ricorro ad un sistema empirico molto semplice: prendo la mia seggiola da regista, la piazzo come ha fatto Dio con me, nel posto giusto, poi mi siedo e in tutta calma sto li a guardare quel che ho fatto senza chiedermi niente, nella convinzione che un senso ci deve pur essere e che prima o poi mi sarà chiaro.

Quel che viene dopo è un’altra storia e per ogni storia c’è un libro.

Questo racconta solo quello che ho visto stando seduto, in obbedienza, per tutta l’estate, sotto la palma assegnatami.




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