Il silenzio del mese d’agosto, trentacinque gradi all’ombra. Nel paese strade deserte, nei campi terra arida, stoppie bruciate. Unico suono il gracidare delle cicale, ininterrotto. Ovunque la luce.
Estate in Sardegna, nella casa paterna, riverbero di un’estate che stava finendo al cambiar del vento che già soffiava umido dal mare, foriero di piogge e di quell’inquietudine malinconica, consapevole del tempo che passa al mutar di stagione.
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