tutte le immagini dei quadri, delle sculture ed i testi tratti dai libri dell’artista sono © di Max Loy


..."Il raggio verde è una luce visibile per brevi secondi nelle chiare serate estive, subito dopo il tramonto del sole.

In metafora è qualcos’altro di più significante, una luce interiore che va cercata lì dove ha dimora: nel silenzio.



raccolta di immagini, testi e pensieri di Max Loy ...

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In these paintings of mine there are two different elements: colour and shape, casualty and organization, intuition and recognition. Two different types of music combining melody and a countermelody evoking the marvel of a stereophonic listening.


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Introduzione alla Sua arte

Esposizione virtuale delle opere di Max Loy.

“E’ così: ogni azione e ancor più manifestamente quelle dettate dal sentimento, affondano le radici in una regione misteriosa dalla quale ogni gesto assume un significato trascendente che è caratteristico della figura dell’uomo: egli trascende se stesso, così le sue azioni sono allegorie, immanenza e trascendenza insieme.

Questo è un mistero grande, l’unico.”

data inizio blog: 8 ottobre 2009


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lunedì 7 dicembre 2009

No problems - dal libro "Sea life"




No problems.

(...) Ma c’è un’altra persona questa sera che sta aspettando ch’io mi liberi per parlarmi. Ha assistito a tutto il cerimoniale dei saluti sbirciando di sottecchi il mio book. Ora che siamo soli si presenta: Mahmod El Touny, per gli amici Moudy, è un gallerista, risiede al Cairo ed è interessato al mio lavoro.
Cerco di capire qualcosa di più dando fondo a tutto l’inglese di cui sono capace.
Ma per ora non c’è molto da capire perchè i dettagli vengono rimandati a domani secondo la buona regola egiziana che è meglio fare domani quello che si può fare oggi.
-I’ll see you tomorow at nine, ok?- ok, dico io, va bene alle nove.
Guardo l’orologio, si son fatte le undici che sono una buona ora rotonda per andarsene a dormire.

Mi sveglio presto, è logico, anche nel dormiveglia del mio sonno leggero ho arzigogolato sui possibili sviluppi dell’incontro di ieri sera, impaziente di fissare gli accordi. La vita mi ha preso in giro tante di quelle volte promettendomi cose che poi non mi ha dato che io, da credulone che ero, sono diventato scettico e diffidente.
La fretta che mi viene di concludere le trattative è la risposta conseguente che spesso non mi fa capire bene le situazioni o il livello d’esposizione che mi accollo. Insomma, all’inizio mi va bene tutto pur di concludere qualcosa, dopo vengono i “distinguo”.
Insomma, a me sembra che il mondo manchi completamente di stabilità e che la vita sia un treno da prendere in corsa e si può ben capire quanto possa odiare i contrattempi e le attese: non solo m’innervosiscono, mi disperano, credo siano segni di sventure.
Per tenere sotto controllo quest’ansia devo fare qualcosa, qualsiasi cosa che non sia oziare. E così, via, fuori dal letto alle sette e giù, un tuffo in piscina e poi vai, una camminata: con l’occhio all’orologio.
È proverbiale che il tempo in questi casi scorra lento: per quanto mi sia sforzato di frenare sono già qui, sulla torretta, con mezz’ora d’anticipo e conto i minuti. E mentre faccio questo mi viene il dubbio:
“ma è alle nove di mattina o alle nove di sera?”
Fatte che si sono le dieci propendo per la seconda ipotesi e s’infila subdolo il tarlo che l’incontro salti del tutto per motivi che non voglio neanche sapere.
A questo punto che faccio? mi chiedo.
Me ne vado al mare.... ma si!
E invece cambio idea e mi metto a dipingere.

Passa così anche tutto questo lungo giorno come tempo vuoto, scandito dalle abitudini quotidiane con automatismo e si fa sera, arrivano le nove, non sto nella pelle. Sono preparato al peggio quando mi accorgo che una persona sta salendo le scale che portano quassù. Non può essere che lui, ed è puntuale... sono proprio le nove! Mi prenderei a schiaffi.
Due convenevoli mal gestiti in inglese e poi si accomoda sulla sedia, prende il book e lo studia nuovamente con grande attenzione. Io preferisco non farfugliare niente e sto zitto. Lui guarda tutto poi si sofferma sul capitoletto delle “copie d’autore” e mi chiede se le faccio ancora.
“Ma guarda la sfiga!”penso, di tutto quello che ha visto proprio le copie mi doveva chiedere? Esito un attimo, poi gli rispondo che certo, posso fare tutto quello che ho già fatto, dipende dai soldi, money, you understand? Certo i soldi... ma non è solo questo il problema c’è il trasporto, la dogana, il tempo di realizzazione, la lingua... Provo a spiegarmi in inglese, chissà che enormità tiro giù, ma in qualche modo con l’aiuto della mimica mi faccio capire.



- No problems. - risponde.

Amo quest'uomo!










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