A questo punto, sono proprio le sei, il mio buon té non me lo leva nessuno:
è una pausa e un approdo.
Per quanto agili e svelte passino le ore, reggersi in equilibrio fino a sera non è mai facile.
Oggi ho passato l’intera giornata al mare e il risultato lo sento addosso, la pelle è tesa e profumata di aria e di sole. Non così la mia mente affaticata da arzigogoli e garbugli inconcludenti, persa nell’impossibile tentativo di risolvere un puzzle al quale probabilmente manca almeno un tassello.
La mattina, mentre camminavo verso l’Haza resort, mi è venuto il desiderio di sdraiarmi nell’acqua, gesto così semplice che però in tutti questi giorni non ho mai fatto. Ho cercato tra gli scogli il punto idoneo e ho abbandonato le membra al galleggiamento, la nuca poggiata sulla sabbia, le orecchie immerse nell’acqua tiepida ad ascoltare il silenzio e gli occhi al cielo: “insc’Allah”.
Sono rimasto così mezz’ora, una piccola sequenza, un inserto, un isolato fotogramma subliminale nel mio film.
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