“…Dobbiamo volerci bene…”
Questa frase era rimasta storica nelle sue orecchie: “dobbiamo volerci bene”.
Ci pensava ancora:
OVVIO.
“Ovvio” Luca obiettava “questa questione della semplicità lì, a due passi, però, per me è un vero scoglio, è una pietra d’inciampo e di contraddizione come il paradossale, misterioso ed arcinoto discorso della montagna: le Beatitudini. Chi vive le beatitudini è indubbiamente perfetto! Cosa gli manca? Ma il problema è tutto lì. Cioè, un conto è credere che l’Amore salva, e un conto è testimoniare la verità delle Beatitudini con la propria vita. Io, sapete sono contento di sentirvi parlare di semplicità, d’amore e di ottimismo. Queste cose in un appropriato contesto hanno un
fondamento indiscutibile. Anzi, oltre la semplicità e la poesia delle Beatitudini non è andato nemmeno Dio: il discorso si chiude.
Ma, mi chiedo: siamo già lì?
E quando e come ci siamo arrivati??”
La scomodità dei suoi soliti dubbi incostituzionali.
“…Tu con quella barba nera e quegli occhiali scuri…. Mi sembri proprio uno iettatore!” avrebbe celiato suo padre, anche ora, tuffandosi sott’acqua per chiudere tutti i discorsi.
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