Guardo l’ora sul display del cellulare: ore 21,21. Come al solito le improbabili coincidenze.
Fa il suo ingresso la cantante e come una gatta si accoccola sull’alto sgabello, poi, con un sorriso, saluta il pubblico raccolto ad anfiteatro intorno alla piscina:
cena a lume di candela tra le palme dell’hotel Costa dei fiori
in alto, nella profondità silenziosa del cielo notturno, occhieggiano a migliaia le stelle.
Vedo questo a colpo d’occhio, al mio ingresso, scendendo quattro scalini come un introito alla festa perenne che vive in questo eden magico e remoto, sorto come un miraggio strano in riva al mare, perso tra campagne deserte, bruciate da secoli di sole e di vento.
Mi accomodo ad un tavolo, in disparte, scegliendo per istinto quell’angolazione, quel taglio particolare di vivere la vita, la mia vita d’artista: la lontananza.
Nell’aria, le note di una vecchia canzone di John Lennon ”imagine”
Con lo sguardo perso in chissà quale pensiero incrocio gli occhi di Salvatore, il giovane aiuto del maitre che, passandomi accanto di fretta con un vassoio di pericolosi bicchieri pieni, coglie con discrezione l’occasione per burlarsi di me:
- questa sera la vedo particolarmente ispirato - mi dice con un sorrisetto che non mi convince.
È giusto, penso, qui lui ci lavora e non ha tempo per ragionare di stelle e strani incanti.
Lungi da me trasformare questo soggiorno di vacanza, in un prosaico impegno di lavoro. Dio me ne scampi. È un proposito.
Laura, la cantante, mi fa un cenno di saluto.
Ormai conosco tutti e tutti mi conoscono. Questo mi piace.
Mi salutano anche i clienti che si avvicendano, di settimana in settimana, da un mese e mezzo, provenienti da ogni parte del mondo.
Del resto non è difficile scambiare due parole con gli sconosciuti quando sono seduto al cavalletto, dosando i rossi e i blu quali astratti contrappesi di geometrie astratte.
- what is this? - chiedo nel mio inglese stentato - I don’t know what I’m doing… - celio, per stabilire un feeling. E può capitare che ci sia davvero chi mi chiarisce le idee in merito.
Le spiegazioni arrivano in tedesco, russo, spagnolo, francese, inglese….
- Speak slowly, please - mi scuso.
La cosa rassicurante, comunque, è sapere che i miei colori parlano per me in un linguaggio universale che capiscono anche e soprattutto i bambini che si pigiano intorno al mio sgabello, a tutte le ore del giorno.
Al vento caldo dell’estate, seduto all’ombra di una palma, tra fiori d’ibisco e d’oleandro, dipingo i miei sogni tropicali pensando a Gauguin, a Heminguay, materializzando sulla tela lo spirito di questa baia riparata come un ”puerto escondido”, un porto franco dalla velocità della vita.
15 agosto, chiave di volta dell’estate.
Ho negli occhi una folla itinerante, riunita al tramonto sulla spiaggia di Nora, per la festa dell’Assunzione.
- Mettete un po’ di spiritualità nella vostra vita. - predicava il sacerdote dagli altoparlanti che portavano quelle parole lontano, sul mare, alle barche spettatrici di un evento propizio: una benedizione agli uomini data a cielo aperto dalla terrazza sopraelevata di un bar. Una messa ascoltata con la sigaretta in mano, in costume da bagno.
Un annuncio di pace per tutti: ”imagine all the people living life in peace…”
Nessun commento:
Posta un commento
Esprimi il tuo commento, grazie.