tutte le immagini dei quadri, delle sculture ed i testi tratti dai libri dell’artista sono © di Max Loy


..."Il raggio verde è una luce visibile per brevi secondi nelle chiare serate estive, subito dopo il tramonto del sole.

In metafora è qualcos’altro di più significante, una luce interiore che va cercata lì dove ha dimora: nel silenzio.



raccolta di immagini, testi e pensieri di Max Loy ...

e di quant'altro attinente alla sua arte

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In these paintings of mine there are two different elements: colour and shape, casualty and organization, intuition and recognition. Two different types of music combining melody and a countermelody evoking the marvel of a stereophonic listening.


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Introduzione alla Sua arte

Esposizione virtuale delle opere di Max Loy.

“E’ così: ogni azione e ancor più manifestamente quelle dettate dal sentimento, affondano le radici in una regione misteriosa dalla quale ogni gesto assume un significato trascendente che è caratteristico della figura dell’uomo: egli trascende se stesso, così le sue azioni sono allegorie, immanenza e trascendenza insieme.

Questo è un mistero grande, l’unico.”

data inizio blog: 8 ottobre 2009


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mercoledì 28 ottobre 2009

Le sinergie sensoriali di Max Loy

Tra poesia e pittura si registra sempre un sottile, impercettibile gioco di ammiccamenti che vivificano il verso sulla pagina bianca e il dipinto sulla tela altrettanto bianca. La parola e il colore, segreti amanti nel carosello della vita, compongono, allora, l'opera dell'artista assorto nel decifrare l'enigma e arrivare alla perfezione oltre il limite del finito, nell'infinito leopardiano fatto di "interminati/spazî ... e sovrumani/silenzî, e profondissima quiete". Ed è in quel silenzio, che Max Loy insegue "il raggio verde" di "una luce visibile per brevi secondi nelle chiare serate estive, subito dopo il tramonto del sole [...] al di là del mare": metafora di "una luce interiore più significante", che nel sogno identifica lo spirito con le stesse cose che ama.
Nel passaggio dall'esuberante figurativo della giovinezza al surrealismo astratto della più recente, matura sperimentazione, l'itinerario artistico di Loy si precisa attraverso un percorso intimo e nascosto di evasione dall'ovvio, di "ricerca dell'altrove", di studio dell'essenza nel tentativo di sempre rinnovarsi e "rinverdirsi". C'è in lui, infatti, la volontà di uscire da dimensioni conosciute e saggiate per andare avanti, incamminandosi verso ciò che è dettato dallo spirito, oltre e sotto il livello della coscienza, al di là dell'immediatezza dell'esperienza sensoriale per cogliere l'anima delle sensazioni subliminali.

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È il caso di questo acrilico su tela senza titolo, in cui le linee si susseguono in un sapiente accostamento di colori ora decisi ora sfumati, ma sempre accesi e intensi, per fare emergere una personalità che trova nei valori tonali di luce e ombra e nell'armonica, materica fusione di colore e forma quella " sottile Linea azzurra" dell' orizzonte, in taglio basso, cui da sempre Loy aspira: "il mare come vicenda esistenziale, fluidità, divenire; orizzonte come attesa messianica senza fine" . E che non è da intendersi come punto d'arrivo, ma diventa, moltiplicandosi nella sua evoluzione, momento d'inizio, nascita di un universo nuovo e rivelatore, forse quello vero, appunto, quello della grazia delle "libere associazioni mentali". La visione che Loy dipinge, - fatta di un'architettura futuristica, velieri o navicelle spaziali?, palazzi o cattedrali?, e di veli cromatici orizzontali e verticali che svettano come violente sciabolate della spatola nell'aria e che tuttavia trovano nel loro accostamento una fusione euritmica, un ordine all'interno dell'apparente caos -, rimanda alla pace di un mondo possibile dove il tempo scorra lento e sintetizzi colori e suoni, ma anche profumi e sapori, nella purezza di un Eden terrestre creato perfetto dalla mano di quell' "unico responsabile che tiene il timone di questa nave di folli ". Una fantasia o un sogno che è "puro colore in sembianza di sentimento" , come lui stesso spiega, e che scaturisce da sinergie sensoriali inconsce affidate alla tela: "amo questa mitezza dei toni, l'ariosità dello spazio, il calore degli aranci e dei gialli, il profumo di glicine dei violetti,la serenità degli azzurri, il loro continuo comporsi e dissolversi nel trascolorare delle tinte, amo questa superficie densa, crettata come terra assetata".

Alessandra Gaggini


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