Immaginate se un giorno, in un tardo pomeriggio estivo,
completamente rilassati sulla spiaggia, improvvisamente e con incredulità
crescente, vi pare di intravedere nel lontano orizzonte un vascello con tutte
le vele a brandelli che, nonostante la completa assenza di venti, sembra
procedere rapidamente verso una sconosciuta destinazione!
Il porto sconosciuto
Il mio veliero naviga in un mare
che conduce ad un porto sconosciuto
dove a ciascuno tocca d’approdare
dopo che il grande giro avrà compiuto.
Quasi improvviso il porto in fondo appare
allo sguardo impaurito o compiaciuto
del nocchiero che niente ci può fare
se di fermarsi il tempo è ormai venuto.
Stanche le membra al navigare sento,
del mio veliero l’ancora allor poso
in quelle acque calme e senza vento
dove per tutti il male ed il tormento
si placano nel cuore ormai corroso.
Quivi il veliero troverà riposo …
modello realizzato da Max loy
S. Felipe - Vascello
di I° rango Spagonolo - 1693
Quando, nel febbraio del 1693, dai cantieri spagnoli di La
Coruna scese in mare il San Felipe, la potenza navale iberica non era più
quella che aveva trionfalmente solcato i mari di tutto il mondo.
Costruito senza economia di materiali, con un fasciame esterno
ed uno interno, il San Felipe aveva uno scafo possente e massiccio. Il
rivestimento che copriva lo scheletro della nave esterna era formato da tavole
di quercia per i “torelli”, cioè per le prime due tavole che andavano ad
incastrarsi nella massiccia trave della chiglia, per i “ corsi del bagnasciuga”
e cioè per la zona centrale dello scafo, e per i "cinti", le tavole
più vicine al ponte di coperta.
La lunghezza di tali tavole, i “corsi” in linguaggio tecnico,
era di 8 m, con uno spessore di 25 cm. Gli altri elementi del fasciame erano
realizzati in olmo, quercia e pino. I lembi dei vari corsi, per effetto della
dilatazione del legno e delle sollecitazioni alle quali era sottoposta la nave,
tendevano inevitabilmente ad allargarsi o a restringersi, pregiudicando cosi
l’impermeabilità dell’intera struttura. Per ovviare a tale inconveniente, lo
scafo del San Felipe venne calafatato introducendo fra una tavola e l’altra
stoppa imbevuta di pece o catrame. L’intero scafo, inoltre, venne foderato con
una mistura formata da catrame vegetale e resina estratta dalle conifere; si
sovrappose poi a tale strato uno spessore di "borra" , formato da
pelli di animali mescolato a vecchio cordame incatramato e infine, furono
inchiodate sul tutto tavole di rovere dello spessore di 2 cm. La chiodatura di
tali tavole venne eseguita con chiodi a testa larga, disposti molto vicini l’
uno all’ altro in modo da coprire quasi interamente la carena e difendere
quindi il legno dagli attacchi degli agenti marini.
Il San Felipe era armato con cannoni in bronzo, preferibili a
quelli in ferro per la loro maggiore resistenza e maneggevolezza. Interessante,
per avere una piu’ esatta visione del San Felipe , è osservare le dimensioni
dei cavi delle ancore , dette “gomene” o “gomone”: le due ancore da 80 quintali
erano collegate con gomene del diametro di 60 cm, mentre le due ancore minori,
di 40 quintali, erano manovrate da gomene di 34 cm di diametro. Le gomene di
maggior diametro erano dette gomene “maestre” , quelle minori “seconda gomena”
o di “afforco”. Per salpare le ancore, il San Felipe disponeva di due argani;
quello maggiore era costituito da due campane, una sul primo ponte e una sul
secondo . Si poteva cosi manovrare l’ argano su due piani contemporaneamente e
raddoppiare la forza applicata.
Il San Felipe non partecipò ad alcuna azione bellica e venne
demolito nel 1736.
Tipo: Vascello a 3 ponti di
1 classe
Varo: 1693
Lunghezza : m 62.80
Larghezza : m 16.40
Immersione : , m 6.50
Dislocamento : t 1.890
Armamento : Prima batteria
: 50 cannoni da 32 libbre ; Seconda batteria : 30 cannoni da 24 libbre ; Terza
batteria : 22 cannoni da 18 libbre ; 8 colubrine da 9 libbre
Equipaggio : 846 uomini
tratto
da: www.modellismo navale.it
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