Lo guarda tutto il giorno ed è per questo che è diventato un uomo buono, sereno e saggio. Ci intendiamo su molte cose e questo fatto mi è di stimolo e fa si che con lui io parli sempre in modo ispirato e volentieri.
Oggi abbiamo parlato, tanto per cambiare, del mare e del nostro rapporto con lui. Io ho detto che il mare, come tutta la natura, è un ottimo maestro perché insegna, in metafora, con lo stesso linguaggio dell’arte, le leggi di Dio. E, per non essere oscuro, ho aperto un piccolo inciso per spiegare cos’è una metafora e cosa è l’arte, per come l’intendo.
Allora lui mi ha confidato che l’altra sera, dopo il servizio, è stato un’altra mezzora a guardare quello stesso mare che guarda ogni giorno per lavoro ed io, che sono dispettoso come una scimmia, ho fatto fatica a non dirgli ”stacanovista” che mi veniva così consequenziale, invece gli ho detto ”bravo” e ho offerto il mio sacrificio a Dio, che apprezza queste cose, così mi sono sentito in pace con la mia coscienza e soddisfatto del felice esito di questa amabile conversazione estiva, che altrimenti sarebbe degenerata in una rissa.
Quindi ho rimesso la canoa in acqua e in tutta calma ho fatto ritorno a Costa dei fiori per stendere il resoconto di questa giornata.
Sono rimasto un’ora fermo a scrivere mentre il sole calava in mezzo al chiasso indiavolato degli uccelli che tutto quello che devono dirsi se lo dicono tra le sette e sedici e le sette e cinquantanove.
D’improvviso si tacciono….
Beh?
Sono le otto.
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