E' morto l’Uomo Pietra!
E se non è morto starà sdraiato da qualche altra parte a smaltire una sbornia.
Era incredibile, faceva concorrenza spietata a Venc., non faceva un cazzo molto meglio di lui, con uno stile insuperabile: non si muoveva neanche, stava immobile senza batter ciglio immerso nelle sue profondissime meditazioni per intere stagioni, roba da non credere!
Il suo tugurio è sulla statale che porta alle spiagge, sulla via che percorro tutti i giorni e anche ora che è sparito, quando passo di là allungo lo sguardo per cercarlo, tanto mi sembra impossibile la sua assenza:
se anche le pietre muoiono e scompaiono che ne sarà di tutto il resto?
Un altro che non fa un cazzo magnificamente è un omino triste che vive accanto al porcile di Venc.
Li raduno tutti qui, in questo paragrafo perché si facciano buona compagnia e non rompano i coglioni nel resto del libro che è denso di attività.
Lo incontro quando vado e vengo con la macchina: se ne sta sul ciglio della strada a fare niente e a volte lo trovo di spalle che guarda la base di un muro: ”forse sta osservando una lucertola” penso con indulgenza, ma no, non c’è nessuna lucertola. Tiene in mano un bastoncino e ogni tanto lo muove un po’ su e un po’ giù, un po’ su e un po’ giù, con l’aria depressa di una mente che non pensa.
E allora, visto che il mondo è pieno di gente che non fa niente e campa lo stesso, perché devo lavorare io? Proprio ora e con questo sole?
Approfitto dell’occasione speciale di questo capitoletto, mollo tutto e me ne vado in canoa: non concludo un cazzo come i miei amici di sopra, ma almeno mi diverto.
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