Risvegli
Questa mattina, al risveglio, socchiudendo gli occhi valutavo la luce che illuminava la stanza, dove dormo sempre con le finestre aperte, tentando una stima dell’ora. Non era la solita luce rosata del primo mattino, mancava il sole, il cielo era nuvoloso. Non faceva nemmeno caldo e la novità mi ha messo il buon umore. Dopo un mese fatto di giorni tutti uguali, anche la diversità di una giornata stupida così, mi ha fatto piacere.
Non era cielo da pioggia, qui non piove mai per principio, era coperto e basta. Non era nemmeno umido. Questo invece è insolito perché, da queste parti, o c’è il sole che spacca le pietre o si addensa una foschia appiccicosa che smorza la tavolozza accesa dell’estate, rende il respiro faticoso e toglie le forze e la voglia di pensare. Si può solo dormire, se ce la si fa.
Ma questa mattina non era così, l’estate pareva al giro di boa, segnava una svolta con una giornata di transizione.
Io sono attento a queste cose, fiuto l’aria che tira, come si dice. Non che m’interessi la meteorologia, piuttosto quel certo ché di presagio di cambiamento che è percezione palpabile del tempo che passa.
Il tempo che passa mi interessa molto.
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