Apprendimento
Un grumo di colore più denso, contrasti marcati, contatto con la terra in basso e poi, per trapassi tonali e trasparenze, risalgo all’azzurro illuminato di striature d’avorio fino al bianco: un sole come centro spirituale d’energia irradiata.
Più o meno era questa la prassi, perché così m’era parso il mondo, con un sopra e con un sotto di diversa sostanza e, tra i due, il destino di un viaggio.
… Ma poi è arrivata una piccina con un nome da fata Morgana, Margaux, a cui per gioco ho messo in mano il pennello, e lei mi ha riempito tutto lo spazio di segni traversi ponendomi in confusione: è lecito? È verità?
Così ho provato anch’io, ho tracciato bande diagonali ed altri segni bizzarri buttati a caso in mezzo al cielo, che cielo non era più, fino a saturare ogni spazio imitando la piccola pittrice. Poi sono rimasto a guardare pensoso, con occhio scettico, severo, irritato: dov’era finito il mio universo ortogonale? E questo mondo senza sotto e senza sopra, senza centro e senza senso… che giustificazione aveva?
“Siamo creature” pensavo “mediamo dall’universo il criterio d’armonia e l’universo ha ordine e direzione…”
È passato del tempo. Intanto io continuavo a dipingere incrociando pennellate ortogonali per lottizzare lo spazio a norma di legge, sopra, sotto e centro: “le strutture hanno basi d’appoggio e alzate proporzionali, il cielo è vuoto, la densità ha bisogno di respirare…”
Poi un giorno, per sbaglio, ho fatto un frego veloce, poi un altro e con calcolo un altro ancora, ho aggiunto una macchia rossa e l’ho tagliata con un graffio ed all’istante ho capito che era nato un quadro.
Ho guardato Dio, e Dio approvava.
Allora mi sono abbandonato alla felicità dell’evaso e, senza voltarmi indietro, ho oltrepassato il mio orizzonte.
Cos’è la bellezza?
Una sorpresa, ma quando c’è, se ne accorge anche un bambino.
Nessun commento:
Posta un commento
Esprimi il tuo commento, grazie.