Non è niente, ma è bello come è bella una pietra, un cristallo, un legno venato, è straordinario come un fatto naturale, una combinazione unica tra miliardi possibili, una rarità pensata e voluta da me.In alto, nel quadro, ho tirato un breve tratto orizzontale che interseca sulla sinistra un graffio ortogonale, una specie di casualità premeditata, una connotazione razionale, il segno di un intervento e di una sintonia collaborativa con la natura.
Mi interrogo, a distanza di anni, sulla sua necessità. Provo a cancellarlo ponendo una mano che lo esclude alla vista e sto lì a pensare come sarebbe stato quel mondo senza quel segno, come sarebbe la natura senza la presenza intelligente dell’uomo.
Alla fine convengo che sta bene com’è, che è necessario, ribadisco la scelta di allora: il quadro è perfetto, lo compro.
Questa riconferma mi conforta moltissimo, per me significa che esiste una strada tracciata, la validità di un canone, coerenza di stile: terra ferma dopo troppa acqua.
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