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A N T O L O G I A
martedì 20 marzo 2012
Piccolo saggio sulla Pittura - PARTE PRIMA - continua (7) ...
Un itinerario per trasformare le idee in fatti:
premesse e
fasi di costruzione di un quadro
1996
“E’ troppo difficile: io non ce la faccio!” Quante volte abbiamo
pronunciato, in silenzio, dentro di noi, questa frase rinunciataria? Direi
tutte le volte che ci siamo imbattuti in una difficoltà. Anni fa mi sono levato
la soddisfazione di contrastare l’impazienza e l’incostanza imbarcandomi
nell’avventura più pazza del mondo ....
Ho imparato molto dai contrattempi, dagli sbagli, dalle
difficoltà che mi hanno trascinato lì dove non sarei mai andato di mia
spontanea volontà. E’ importante però porsi nello spirito giusto, così da non
subire passivamente e negativamente i contrattempi.
Il contrattempo per eccellenza è di avere voglia di esprimere “qualcosa”
e non sapere cosa. E l’altro contrattempo classico e più normale è di avere una
nitida ispirazione, ma non sapere come realizzarla. Questi “blocchi” in
partenza sono i più difficili da superare in assoluto. Nulla ci viene in aiuto
e ci sentiamo completamente esposti alla frustrazione di non saper indirizzare
la nostra potenzialità di cui cominciamo subito a dubitare.
Avviare un’opera chiede più energia che afferrare per la coda un
sogno che si sta dileguando. Le emozioni o non hanno volto o sono del tutto
inesprimibili ed è veramente difficile trovare il giusto medium per incarnarle.
Non solo: muovere il primo passo significa aver operato una eccezionale sintesi
sull’argomento, aver trovato il bandolo di una matassa aggrovigliata, aver dato
un nome al mistero ed averlo tradotto in linguaggio. Il primo passo è una cosa
enorme, chiede una energia che conviene chiedere in prestito alla banca dell’energia
che è la vita, o se volete l’Amore, o se volete Dio.
E’ il momento del silenzio e dell’ascolto. La mente dev’essere
messa in libertà, lo sguardo si deve poter posare dove vuole, non dobbiamo
metterci fretta. Tuttavia dovremo anche porre un limite a questi preliminari e
stabilire che ad un certo punto prenderemo la decisione di fare un gesto che ci
comprometta. Rompere il ghiaccio chiede sempre coraggio e forse una certa incoscienza,
ma senza questo primo passo non si costruisce nulla.
Nei casi in cui definire i contorni delle idee risulti
particolarmente difficile può essere utile concentrarsi su questioni astratte
come la scelta del formato, il colore dominante, la rappresentazione di qualche
dettaglio marginale, l’equilibrio delle masse colorate. State in ogni caso
certi che finirete col concepire qualcosa che avete già fatto e questo perché la
natura è giusta e non fa salti. Se non avete mai fatto nulla, concepirete un
nulla virgola uno, per darvi appuntamento alla volta successiva con un
clamoroso uno virgola due.
E’ saggio quindi non pretendere l’impossibile, così eviteremo le
grandi delusioni.
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