tutte le immagini dei quadri, delle sculture ed i testi tratti dai libri dell’artista sono © di Max Loy


..."Il raggio verde è una luce visibile per brevi secondi nelle chiare serate estive, subito dopo il tramonto del sole.

In metafora è qualcos’altro di più significante, una luce interiore che va cercata lì dove ha dimora: nel silenzio.



raccolta di immagini, testi e pensieri di Max Loy ...

e di quant'altro attinente alla sua arte

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Studio: via Abbi Pazienza 14 – C.A.P. 51100 Pistoia cell. 3389200157 mail - info@maxloy.com

In these paintings of mine there are two different elements: colour and shape, casualty and organization, intuition and recognition. Two different types of music combining melody and a countermelody evoking the marvel of a stereophonic listening.


ACCOMODATI, SEI IL BENVENUTO !

Introduzione alla Sua arte

Esposizione virtuale delle opere di Max Loy.

“E’ così: ogni azione e ancor più manifestamente quelle dettate dal sentimento, affondano le radici in una regione misteriosa dalla quale ogni gesto assume un significato trascendente che è caratteristico della figura dell’uomo: egli trascende se stesso, così le sue azioni sono allegorie, immanenza e trascendenza insieme.

Questo è un mistero grande, l’unico.”

data inizio blog: 8 ottobre 2009


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lunedì 15 novembre 2010

PERDERSI



http://www.youtube.com/user/maxloy1950#p/u/12/l9N2fMEPP8Y

Affiora alla coscienza un sentimento ma non vedo nulla .…

Fiuto un profumo che mi sveglia da sonni leggeri …..

M’accorgo d’avere sete e fame …..

Un bisogno di fare ….


M’accorgo ch’è tardi … è sempre tardi per me ….

All’inizio, non mi viene in mente niente ….

Sto lì a pensare, mi concentro …. mi sforzo ….

miracolo se non mi riaddormento ….


…. Pensare mi stanca, moltissimo …. E mi frustra ….

Mi soccorre l’abitudine, quel difetto del carattere che pretende soddisfazione.


“Voglio fare un figlio, un altro figlio ….”

(chiamo così tutti i lavori compiuti, ai quali ho infuso eredità di sangue)

Mi chiedo questo …. perentoriamente ….


C’è un primo passo: dovrò stare davanti allo specchio per riconciliare tutti i tratti dissonanti della fisionomia.

Questa è la penitenza e questi sono i preliminari ….

I preliminari sono importanti … preparano la strada …

I preliminari possono durare mesi …

Devo fare i conti con la realtà …

LA REALTA’


….. tutto ruota intorno a questa parola come intorno a un sole ….

Tutti sanno cos’è la realtà …. Tutti ne parlano ….

Ma io vedo nebbia perché percepisco trame e grovigli di storie che tessono un’identità recondita,

complessa fino alla semplicità della verità.

E questo trascende la mia comprensione affaticata da orizzonti ristretti, come un cerchio alla testa ….

La realtà …… è …. è smisurata …. sferica …. 

Mi perdo ….

La realtà …. è un sconfinata distesa di libri che non leggerò mai 

…. e che sfioro solo con lo sguardo ….

Titoli senza autore esposti in evidenza o confusi nel mucchio.



Vago per gli infiniti corridoi di questa infinita biblioteca ….

Assorbendo per emanazione l’astratto distillato esistenziale ….

Contando i nodi del mio rosario, scanditi come i secondi di un orologio.



Aggiungerò la mia pagina …

cercherò la giusta inquadratura per la mia regia …

forzerò la mente dentro un formato … il più ampio possibile … ed il più esatto ….

Mediando tra possibilità e ….. desiderio infinito …...

Sarà una finestra … il mio sguardo sul mondo che cerca Dio ….



PERDERSI ….

Sessant’anni … questo è il pensiero dominante …

ma non è un pensiero …

è uno stato d’animo …

una tensione astratta affacciata alla finestra della coscienza.

C’è quanto basta per aggrottare la fronte …

A prescindere dal fatto che si è dormito bene.

Cosa farò oggi?

Che titolo avrà il mio film?

La mente si svuota per un eccesso di densità …

Inevitabilmente dico parole che mettono distanza tra me e il mondo …

Lasciamo perdere la questione … 


Meglio dedicarsi ora, con la massima cura, al rito del caffè.
C’è la remota possibilità di trovare risposte nel fondo della tazzina.



Inizio la mia giornata con uno sguardo alla finestra.

Oltre le grate ed il trasparente filtro di una zanzariera,

ritrovo il conforto di un paesaggio conosciuto

e mai cambiato fin dalla mia remota infanzia.

Stabile nella sua genericità e pregno nella sua astrattezza.

Foglie … e tra le foglie … ed oltre le foglie: luce.



Ogni mattina inizio il mio giorno guardando nel vuoto …

con attenzione distratta alle forme delle cose, ai colori, alle ombre, alle luci,

in attesa di un alzarsi di vento che dia vita all’erba e agli alberi del giardino …

e … alla girandola fissata ad un vecchio muro, coperto d’erbe e di muschio

che … dall’ultimo orizzonte il guardo esclude ….

Non c’è impegno più urgente …

sto lì a guardarla girare …. girare …

… più veloce, più piano, fermarsi … mutare direzione …

interprete degli Arcani che il vento trascina con sé: pronostica il futuro.

Il futuro è nave che si avvicina nella nebbia …

Gli Arcani sono domande che non passano …

e risposte chiuse da sette sigilli …

Poi c’è la Speranza ed il Tempo ….

E questa è la REALTA’, la sostanza …

Tutto il resto è vanità …

briciole e fumo.

Rumore, per così dire.

Io con grande serietà guardo nel vuoto fra le foglie … e fantastico …

Fantasia numero uno è: ANDARE. 

Dove? … nel vago … mi attira il nome.

C’è un versante, un valle perduta tra i monti dell’Appennino che qui chiamano “il Vago”,

dove i sentieri segnati del quotidiano si perdono in un mare di foglie …

lontanissimi dai pensieri degli uomini …




Visione numero due è: l’ ESTATE.

Cocktail di ricordi distillati e purificati fino all’astrazione …

L’estate è un profumo …



Pensiero numero tre è: il TEMPO.

Il tempo è scommessa.

Conoscere le stagioni … entrare nel flusso …

sentire il ritmo … capire il formato …

Poi il tempo scade …


Capire per fare …  

Fare è importante …


Coltivo un pensiero semplice come il numero tre,

più elementare dei quattro punti cardinali del viaggiatore.


E’ superata la mente, non basta più …

Ho sempre più bisogno di guardare …

Guardare lunghissimamente … e ad occhi socchiusi …

Sognare è la parola che mi viene d’abitudine …

Contemplare è quella più adatta …

Perdermi è quella vera.


E' ciò che vedo nella luce, oltre la mia finestra …

E non c’è storia … 

...ma tutte le storie …



D’abitudine sono solo,

nei miei vagabondaggi smemorati sono solo …

nessuno in carne ed ossa può seguirmi.


Vago nell’inconsistenza del reale camminando sull’acqua,

perché non ho peso, né volto,

né presente, né passato.

Sono anch’io sogno.


Ho la mente confusa.

Ricordi, sentimenti, pensieri vorticano come una girandola nella mia anima.

Si dissolvono e riaffiorano altrove,

in altri luoghi ed in altre età.

Non ricordo date ….

Trascino tutto con me in una valigia stipata alla rinfusa, rigonfia,

legata con lo spago degli emigranti.

Lì dentro c’è tutto … sono le mie referenze … e la mia giustificazione.

Un cambio di mutande e migliaia di foto.

Cose essenziali.

Viaggio con questo ingombro benedetto ed indispensabile.


LA NOTTE

 Congiunzioni stellari …

e pensieri che si perdono in distanze infinite …

Cedono a suggestioni dell’immaginario che mi lasciano attonito,

introducendomi nel sogno dove sempre sono rimasto bambino.



Luci nella notte …

fantasmi opalini della profondità degli abissi …



Stazioni stellari, astronavi in transito …

zattere per naufraghi …

promesse … miraggi … simulacri del giorno … presagi di festa …

laggiù c’è vita …

… ILLUSIONI …

Quello che cerco non è qui.







Mare che congiunge tutte le terre …

Orizzonti sempre lontani …

… Isole …

E questo andare all’infinito cercando qualcosa che non è mai qui.

Un presente che non sazia e che sospinge oltre sé nell'attimo che segue.


Cerco qualcosa.

Devo aver perduto qualcosa che non ricordo.

Non è da nessuna parte.

E’ dentro di me, nella mia mente.

Separata da me. 


Un sentimento mi accompagna, assume forme cangianti ,

ha nome di donna, suona dolce come un turbamento d’infanzia,

suona inebriante come un vortice di danza,

suona vero come la parola amore,

triste come la morte

e vivo come la vita.

Risuona dentro di me da qualche parte.





Un angelo bruno ammicca dietro ogni porta

Una bimba, una fanciulla …

Il vento sfiora la sua veste leggera …

sfugge dietro le svolte di strada …

confusa tra la gente …

riflessa in uno specchio d’acqua …

dissolta dal buio o nella luce …

appare tra la nebbia …

riposa in una barca …


Ha una domanda nel fondo mutevole degli occhi …

“mi ami tu?”

… e non so chi sia …


La mia storia si ferma lì dove cominciano tutte le storie …

Io lascio … e inseguo Lei,

icona inafferrabile ed onnipresente nella mia mente …

per vivere quel momento oltre il quale non riesco ad andare …

l’incontro.




Non immagino un Paradiso, né un Inferno,

sogno solo, astrattamente, un’intimità infinita.




Trasparenti visioni, sogni e ricordi si confondono …

Sono frammenti sparsi sulla sabbia …

sospinti dalla marea tornano al mare …

riaffioreranno su altri lidi in altre estati …


Sopra di me il cielo …

Nessun rumore del mondo …



Tratto dal FILM "Perdersi" di Max Loy

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