tutte le immagini dei quadri, delle sculture ed i testi tratti dai libri dell’artista sono © di Max Loy


..."Il raggio verde è una luce visibile per brevi secondi nelle chiare serate estive, subito dopo il tramonto del sole.

In metafora è qualcos’altro di più significante, una luce interiore che va cercata lì dove ha dimora: nel silenzio.



raccolta di immagini, testi e pensieri di Max Loy ...

e di quant'altro attinente alla sua arte

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In these paintings of mine there are two different elements: colour and shape, casualty and organization, intuition and recognition. Two different types of music combining melody and a countermelody evoking the marvel of a stereophonic listening.


ACCOMODATI, SEI IL BENVENUTO !

Introduzione alla Sua arte

Esposizione virtuale delle opere di Max Loy.

“E’ così: ogni azione e ancor più manifestamente quelle dettate dal sentimento, affondano le radici in una regione misteriosa dalla quale ogni gesto assume un significato trascendente che è caratteristico della figura dell’uomo: egli trascende se stesso, così le sue azioni sono allegorie, immanenza e trascendenza insieme.

Questo è un mistero grande, l’unico.”

data inizio blog: 8 ottobre 2009


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martedì 16 novembre 2010

Un'infinita biblioteca


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Parlare e scrivere di sé al presente è l’unica possibilità che ci è concessa grazie al potere di immaginare altre storie, di fantasticare, di navigare con la mente in terre irraggiungibili ed estreme.

E’ questo un approdo che,  nell’abbandono quasi totale dei ricordi, ne fa un teatro dell’immaginario.  La ricostruzione romanzesca del nostro dramma personale e di storie altrui dove, curiosamente, manifestiamo la nostra pluralità attraverso i personaggi, le scene. C’è dunque uno spazio poetico e letterario dentro di noi che – pur nell’impotenza materiale ed oggettiva di continuare ad essere in tanti entro uno solo – ci permette di sentire che la nostra mente continua a pensare al plurale grazie al sogno.

Quando il pensiero autobiografico approda a questo stato d’animo, il ciclo della vita del racconto di sé termina e ricomincia e – ma soltanto giunti a questa soglia – avremo la sensazione di aver intrapreso un inusuale percorso di auto formazione.

Scopriremo, soltanto allora, che abbiamo studiato e riaperto i libri della nostra biblioteca interiore, scritti senza che ce ne avvedessimo. E troveremo ogni genere letterario all’interno degli scaffali della memoria: romanzi d’avventura, liriche, novelle aneddotiche, fiabe, innumerevoli abbozzi, e molte, moltissime prose interrotte a metà o concluse.

Al contempo, ci saremo resi conto che, ripensando, stavamo già riscrivendo, o per lo meno riordinando, la nostra antologia dagli eclettici stili.

E’ uno stato di grazia che, dalla costellazione dei ricordi, ci conduce a redigere grazie alla pazienza dell’io tessitore – non una ma molte altre “versioni” della nostra esistenza. Questo è il momento dell’interpretazione, della traduzione di un testo da una lingua (così lontana da apparirci sconosciuta) in un’altra: più attuale e adatta al nuovo tempo.

Spunto tratto dal libro “Raccontarsi” di Duccio Demetrio


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