Se comprendessimo che
tutto ciò che c’è nell'universo è correlato e in definitiva forma un unico
organismo, ci verrebbe più spontaneo agire coscientemente per sintonizzarci, per
vibrare all’unisono con il mondo vegetale, animale, minerale. Ci comprenderemmo
gli uni gli altri e renderemmo le nostre connessioni significative.
Se imparassimo a considerare
che la realtà che ci circonda è uno specchio nel quale riconoscere la nostra
identità, la cui verità e bellezza ci indica il percorso evolutivo che genera
fiducia nel domani, promuove partecipazione e dedizione; se apprendessimo la
logica del disegno globale che, come per le cellule di un unico organismo, è la
conservazione e la prosecuzione della vita nelle migliori condizioni possibili;
sarebbe molto più difficile e doloroso proseguire nell’indifferenza a tutto ciò
che abitualmente non consideriamo “nostro” o “vicino”.
Quando nel bosco
confondiamo il bruco con il ramo secco e la farfalla con la foglia secca e poi
ci accorgiamo dell'inganno, ci assale uno stupore cui segue il rasserenamento.
Ed è giusto così, perché nella metamorfosi ci ha sorpresi qualcosa di più che
una delle astuzie del microcosmo. Abbiamo riconosciuto l'unità dell'universo in
una delle sue equazioni. Essa sta profondamente al di sotto delle parentele.
Così tra il nostro occhio e quello che orna l'ala di una farfalla non vi è
alcun rapporto anatomico, ve n'è però uno più profondo. (Ernst Junger)