tutte le immagini dei quadri, delle sculture ed i testi tratti dai libri dell’artista sono © di Max Loy


..."Il raggio verde è una luce visibile per brevi secondi nelle chiare serate estive, subito dopo il tramonto del sole.

In metafora è qualcos’altro di più significante, una luce interiore che va cercata lì dove ha dimora: nel silenzio.



raccolta di immagini, testi e pensieri di Max Loy ...

e di quant'altro attinente alla sua arte

.

..........................Informazioni personali......................... M A X . L O Y

La mia foto
Studio: via Abbi Pazienza 14 – C.A.P. 51100 Pistoia cell. 3389200157 mail - info@maxloy.com

In these paintings of mine there are two different elements: colour and shape, casualty and organization, intuition and recognition. Two different types of music combining melody and a countermelody evoking the marvel of a stereophonic listening.


ACCOMODATI, SEI IL BENVENUTO !

Introduzione alla Sua arte

Esposizione virtuale delle opere di Max Loy.

“E’ così: ogni azione e ancor più manifestamente quelle dettate dal sentimento, affondano le radici in una regione misteriosa dalla quale ogni gesto assume un significato trascendente che è caratteristico della figura dell’uomo: egli trascende se stesso, così le sue azioni sono allegorie, immanenza e trascendenza insieme.

Questo è un mistero grande, l’unico.”

data inizio blog: 8 ottobre 2009


per gli inserti redazionali consultare

le PAGINE ALLEGATE


http://maxloy-itaca.blogspot.com/p/auguri-dalla-redazione.html


http://issuu.com/maxloy1950/docs/inseguendo_il_raggio_verde_libro

@book LA MIA STRADA

@book  LA MIA STRADA
clicca sull'immagine

mercoledì 26 dicembre 2012

Venire al mondo

Noi non siamo un punto d’inizio. 

Esistiamo perché qualcuno ci ha amati. 

 
Fin dalla nascita la vita è un rapportarsi. La vita stessa, in quanto è data e ricevuta, è un rapporto. Essere messi al mondo significa essere posti originariamente in una rete di reciprocità: relazioni di dipendenza, relazioni di appartenenza, relazioni di corrispondenza.


La vita è qualcosa di ricevuto e di ciò siamo spontaneamente grati. Nel suo inizio, la vita è relazione di intimità, è gratitudine: ci si sente anelli di una catena, parte di un tutto. Ogni nascita presuppone un’antecedenza e, nel momento in cui accade, si realizza inevitabilmente come vincolo, e lungi dall’essere caso, svela l’ineludibile originarietà del legame. Perciò la catena non è solo figura della continuità, segno della reciprocità, essa è anche ceppo, prigionia. Di qui la tendenza all’antagonismo e allo strappo, alla volontà di un’assoluta indipendenza, di qui l’ineliminabile tensione tra il sentirsi parte ed il voler essere per se stessi. E tutto questo si svela già “al seno”, da intendere qui come simbolo e metafora della fonte di ogni esistenza. L’attaccarsi al seno rinvia allo staccarsi. Infatti solo nel venir meno della fusione si dispiega la differenza. Ma la distanza non rompe la relazione, ma libera le differenze, istituisce la reciprocità.


Nel  “venire al mondo” si percepisce la vita come propria, ma anche come data: la grazia e la dipendenza, il dono e la sudditanza. La nascita non è dunque solo l’inaugurarsi di una relazione, ma è l’aprirsi di una relazione d’amore. Esisto perché qualcuno mi ama e, se mi abbandonasse, perirei. La relazione che la separazione della nascita inaugura è quella aperta tra chi nasce e, in generale, il mondo.



Tratto liberamente da La felicità di questa vita di Salvatore Natoli.

Nessun commento:

Posta un commento

Esprimi il tuo commento, grazie.