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A N T O L O G I A
sabato 12 gennaio 2013
Piccolo saggio sulla Pittura - PARTE PRIMA - continua (11)
Un
itinerario per trasformare le idee in fatti:
premesse
e
fasi di
costruzione di un quadro 1996
Vedete, io ho passato la mia vita
a guardare fuori e dentro di me ed ho scoperto che le idee che mi girano nel
cervello non sono altro che i fantasmi delle cose che mi danzano intorno quando
cammino per la strada e tutta la realtà mi appare come un immenso laboratorio
in piena attività, dove non passa un secondo senza che si compia un
esperimento.
La goccia d’acqua è una lezione
sulla trasparenza, il sole una lezione sulla luce, la distanza una lezione di
prospettiva, l’altezza una lezione su non so che, e tutte queste cose sono in
rapporto con noi, hanno evidentemente una valenza psicologica e, più in fondo,
un’eco spirituale.
Tutto ciò che mi circonda e che mi
si muove dentro ha in qualche modo a che fare con me, con il mio senso della
vita.
Se credete che esista il caso e
siete degli artisti qualcosa in voi non funziona. Se credete al caso e volete
fare arte, partite con il piede sbagliato. Lasciate che ve lo dica da amico: il
caso non esiste. Quello che imbroglia le nostre carte è l’enigma.
Se si vuole
capire il ruolo dell’arte, qual è l’inconscio desiderio che ci spinge a cercare
nell’arte un appagamento, bisogna prima avere coscienza e poi riconoscere che
abbiamo sete.
Io credo che l’arte non sia altro
che un secchio col quale attingere acqua al misterioso pozzo della vita. Da
alcuni il pozzo viene scambiato per una botte di vino. I figli di questo credo sono i pittori di
cornucopie: pregevoli artisti che non ci dicono niente. Per altri la via è una
valle di lacrime, ed io li vedo questi emaciati animi sentimentali aggirarsi
sconfortati tra le immondizie dei cimiteri monumentali. Altri ancora vedono
nell’acqua del pozzo un oceano in tempesta:
sono gli ardimentosi pittori di battaglie, gente irrequieta, generali in
pensione: portano i baffi alla Vittorio Emanuele.
E c’è chi attinge dal pozzo
un’acqua cristallina ed effervescente: sono gli artisti dell’attesa e del
silenzio, quelli che ti guardano negli occhi dai quadri che dipingono e che
stanno aspettando qualcuno da tanto tempo.
Che cosa
ha a che fare tutto questo con me?
Se c’è una
domanda veramente creativa è questa.
Ponetevi questa domanda tutte le
volte che volete: non ha controindicazioni, è solo un po’ indigesta. Fa parte
del mio metodo.
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