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A N T O L O G I A
sabato 16 luglio 2011
Sogni ricorrenti
….Il dubbio pare messo all’indice come
incostituzionale, dà noia, la scienza spiega la vita
con i criteri dell’ovvio.
E i “segni dei tempi”?.... Nessuno che legga i segni
dei tempi con sguardo profetico? No, va alla grande
la tendenza ad aspettare che le cose si ingarbuglino
prima ben bene da sole e ci trascinino poi, come
macine legate al collo, sott’acqua, nel mondo
capovolto di Alice dal quale provengono stravaganze
e scandali, tutte strade senza via d’uscita che Luca
conosceva così bene: incubi.
Luca, irrequieto e strano sentiva sulla pelle questa
paradossale tragedia che toglieva smalto al suo
umorismo: sperimentava in proprio ogni notte le
conseguenze deleterie della disattenzione e di
giorno vedeva annegare troppe formiche in una
goccia d’acqua e legni vagare all’infinito sul mare,
inconsapevoli per sempre della profondità.
E poi c’era anche un altro sogno ricorrente nelle sue
notti cinematografiche, un sogno senza finale, una
premonizione di pericolo che metteva urgenza, ma
dove tutto cominciava nel migliore dei modi, con una
giornata limpida d’estate.
Luce azzurra del mattino, sole, aria … ed il mare.
Lui passeggia sulla riva tra i bagnanti che affollano
la spiaggia.
L’atmosfera è serena, festosa.
Ma in breve qualcosa cambia, è un incomprensibile
presagio, un fiato leggero che penetra ovunque. La
gente diventa nervosa, gesticola esageratamente,
ride troppo, i giovani giocano a palla sulla battigia
con eccessivo accanimento ….
Lui guarda il mare: non è più calmo, una brezza lo
rende effervescente, schiumoso, bellissimo,
inquietante. In breve diviene agitato. Ma non è un
fatto normale, sta accadendo qualcosa
d’incomprensibile, di minaccioso, di affascinante ….
Si levano onde sempre più alte, barriere d’acqua
che si frangono sulla riva ed allagano.
Nessun rumore:
un innaturale silenzio, un film senza sonoro.
Ma perché la gente non si allontana?
Perché non si mette al sicuro più all’interno, perché non va via?
Si chiede.
Pare che nessuno si accorga di nulla.
L’acqua invade la riva con impeto e ritorna al mare
con vortici irresistibili: consuma la spiaggia …
e la gente è ferma, inconsapevole e distratta.
Il mare sta diventando creatura, un incubo
meraviglioso, l’acqua è profonda, viva,
trasparente ... che incanto … che mistero …
onde messaggere di arcani vengono da luoghi che hanno
echi nella memoria.
E la tensione cresce (è prossima l’alba del sogno), le
onde giungono a gruppi di tre, di sette ….
Ma ecco che all’orizzonte, lontana, tremula nel
vapore del mare, si staglia su un cielo di una notte
che cede al giorno, una grande onda solitaria che
avanza veloce dall’oceano, crescendo su se stessa
ad ogni istante.
È lontana e già incombe …. e la gente è ancora tutta
lì, non vede … gioca, litiga … non capisce.
Inutile per Luca gridare.
Guarda, è spettatore.
Non è la vertigine dell’onda che lo spaventa, ma
l’abisso del mare che la porta, l’abisso che tutto
contiene, che scioglie nel suo elemento
ed inghiottirà anche quest’ultima spiaggia che già si
consuma dissolvendosi come sogno.
Presto tutto sarà acqua …. presto tutto sarà mare … e
nessuno comprende, nessuno se ne accorge …
Tratto dal libro di Max Loy "La casa del padre"
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