In alto, nel quadro, ho tirato un breve tratto orizzontale che interseca sulla sinistra un graffio ortogonale, una specie di casualità premeditata, una connotazione razionale, il segno di un intervento e di una sintonia collaborativa con la natura.
Mi interrogo, a distanza di anni, sulla sua necessità. Provo a cancellarlo ponendo una mano che lo esclude alla vista e sto lì a pensare come sarebbe stato quel mondo senza quel segno, come sarebbe la natura senza la presenza intelligente dell’uomo.
Alla fine convengo che sta bene com’è, che è necessario, ribadisco la scelta di allora: il quadro è perfetto, lo compro.
Questa riconferma mi conforta moltissimo, per me significa che esiste una strada tracciata, la validità di un canone, coerenza di stile: terra ferma dopo troppa acqua.