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percorso professionale
A N T O L O G I A
lunedì 27 febbraio 2012
Istruzioni di volo
Non perdere mai la speranza nell’inseguire i tuoi Sogni,
perché c’e’ un’unica creatura che può fermarti,
e quella creatura sei tu.
Non smettere mai di credere in te stesso e nei tuoi sogni.
Non smettere mai di cercare,
tu realizzerai sempre ogni cosa ti metterai in testa.
L’unico responsabile del tuo successo
o del tuo fallimento sei tu, ricordalo…
ogni pensiero o idea pronunciata a voce alta viaggia nel vento,
la voce corre nell’aria, cambiandone il corso.
Se sei bravo da udire abbastanza,
tu potrai ascoltare l’eco di saggezze
e conoscenze lontane nel tempo e nello spazio.
Tutto il sapere del mondo e’ a disposizione di chiunque sia disposto
a credere e a voler ascoltare.
La libertà e’ una scelta che soltanto tu puoi fare:
tu sei legato soltanto dalle catene delle tue paure.
Non e’ mai una vera tragedia provare e fallire,
perché prima o poi si impara, la tragedia e’
non provarci nemmeno per paura di fallire.
Mentre noi possiamo orientare
le nostre mosse verso un obiettivo comune,
ognuno di noi deve trovare la sua strada,
perché le risposte non possono essere trovate
seguendo le orme di un’altra persona….
Se tu puoi compiere grandi cose quando gli altri credono in te,
immagina ciò che puoi raggiungere
quando sei tu a credere in te stesso.
Peter O’Connor, da "Ali sull’oceano"
sabato 25 febbraio 2012
Odisseo
La più remota nave che, illuminata dal tramonto,
con albero nero fenda l'orizzonte,
quella trattiene con potente magia
d'un mondo invisibile sul ciglio, la vista mia.
- Sogno che il tuo timone regga
il divino Odisseo, che la sua terra
per tutti i mari, per orridi flutti
ama e cerca con ineffabile nostalgia,
che a notti intere, mai prono alla sua sorte
scruta del cielo le stelle, con sguardo penetrante,
che cento volte abbattuto e minacciato
ardente combatte, ancora, paura e morte
e nel suo viaggio tempestoso e disperato
meta e compimento indomito persegue.
La nave remota svanisce al mio sguardo nel mare; la sua sorte
riempie il mio sogno e nell'azzurro fa vagare
le sue fantasie, con lieve domandare.
E' laggiù, dove fa rotta la nave del Paziente,
felicità che cerca la mia brama ardente?
- Forse! - E quale nave laggiù mi può portare?
- Ancor tu devi, o cuore, errare e pazientare!
Herman Hesse
lunedì 20 febbraio 2012
Il linguaggio dell'inconscio: i simboli ... l'arte
Abbiamo mai pensato che la follia abiti dentro di noi?
Ci siamo mai resi conto che, dietro la facciata di persone più o meno adattate e “normali”, di tanto in tanto, emergono, come fuoco che cova sotto la cenere, idee, pensieri, immagini, pulsioni, che appartengono ad un mondo diverso, sconosciuto, imprevedibile, folle, molto diverso dal mondo nel quale solitamente abitiamo?
Questo altro mondo, il mondo dell’inconscio, dell’irrazionale, dell’indifferenziato, dove abitano forze immense, al di fuori di ogni nostro controllo, è conosciuto all’uomo fin dall’alba dei tempi…eppure resta tuttora un mondo misterioso.
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L’io, attraverso l’utilizzo della ragione, ha il compito di tenere a bada queste forze primigenie, le forze dell’indifferenziato, dell’irrazionale, dell’istintuale, affinché, irrompendo nella coscienza, non ci sopraffacciano.
Tratto dal sito http://www.aleph.ws/
Tratto dal sito http://www.aleph.ws/
sabato 18 febbraio 2012
Piccolo saggio sulla Pittura - PARTE PRIMA - continua (5) ....
Un itinerario per trasformare le idee in fatti:
premesse e
fasi di costruzione di un quadro
1996
Vedete, qui il caso non c’entra.
Chi ipotizza il caso se ne infischia della coerenza e della responsabilità e crede stranamente ai miracoli, senza credere in Dio.
Pretende l’assurdo solo per evitare la responsabilità che, ammetto sia un grave peso, ma è ineludibile.
La responsabilità è una roccia, una montagna: non si sposta. Tutti i nostri sforzi per sgombrare lo spazio della nostra coscienza daslla responsabilità non smuovono di un millimetro questa roccia che occupa tutto lo spazio della realtà. Non vedere la responsabilità non significa minimamente aver eluso il problema, aggirato lo scoglio, ma semplicemente che stiamo che stiamo camminando con gli occhi chiusi.
Ma Dio è grande, grande nella misericordia: pone sulle nostre spalle un giogo leggero. Con tutta la buona volontà non comprenderemo mai quanta responsabilità abbiamo avuto.
Al giorno d’oggi non ricordiamo nemmeno che esiste un peccato di omissione. L’omissione? E che cos’è? Provate ad interrogare il caso, chissà che risposta potrà inventare.
A questo punto il mio stile suona la campana di primo round, mi impone un break, perché mi sono ricordato all’improvviso che dipingere è un gran divertimento.
Luce, buio, dettaglio, insieme, analisi, sintesi fino a giungere alla sapienza ed alla consolazione degli ultimi tocchi, sintesi di tutto, fusione di tutte le esperienze, risposta a tutte le domande, equilibrio, unità ... Amore.
martedì 14 febbraio 2012
Le arti: la poesia
(aprire il collegamento in un'altra finestra)
La società contemporanea, dominata dalla tecnocrazia, riserva spazi sempre più esigui all'espressione delle esigenze umanistiche. Non è scomparso l'Umanesimo, ma questo è inserito in una dimensione altra, nella dimensione della metafisica; e, quando si parla di metafisica nella nostra realtà prevalentemente unidimensionale, non è difficile trovarsi davanti ad un senso di disorientamento, di smarrimento.
La Metafisica, considerata tradizionalmente il punto di riferimento imprescindibile per dare organizzazione e senso alla realtà, oggi viene relegata in un limbo spiritualistico e sentimentale. Il disorientamento contemporaneo nasce perché, essendosi smarrita la relazione con l'essere profondo delle cose e avendo affidato alle specializzazioni estreme della scienza la capacità di lettura dell'intimità del reale, l'Uomo ha perso la conoscenza dei legami delle cose e, non conoscendoli più, non li comprende e non può più comunicarli. La perdita del senso della relazione tra le cose impedisce la denominazione delle medesime e la loro comunicazione. Nel nostro mondo ridondante di informazioni il linguaggio si riempie di termini che hanno perso significato e senso ed anche la realtà perde la Parola, il legame tra il Pensiero e l'Essere. Anche lo Spazio ed il Tempo sono stati ridotti a fenomenici strumenti di calcolo incapaci di dare definizione alla Realtà.
Siamo arrivati al paradosso di vivere in una realtà che non è più nostra, che non può essere nostra perché, non potendola definire, non la possiamo più com-prendere. Allora si vive l'oggi effimero, si segue il flusso incosciente delle cose, si spezza qualsiasi orientamento e finalità. Nel mondo ridotto a gigantesca macchina domina il rumore dei suoi ingranaggi e la confusione di un caos in perenne movimento, senza fine e ragione.
Chi ci salverà dall'Essere nullificato?
La risposta a questo interrogativo è immediata: il pensiero memorativo o poetante sarà in grado di farci superare la linea del niente.
Tratto da un testo di Biancamaria Valeri
domenica 12 febbraio 2012
L'isola che non c'è
Perché l’isola che non c’è? ...
Perché un momento di serenità perfetta e condivisa
è un desiderio dell’anima che conserva memoria di isole felici che qui,
sulla terra,
diamo per perse.
* * *
Ma noi siamo immortali.
Questo spiega l’inaudita sproporzione tra il nostro desiderio di felicità
E ciò che riusciamo ad ottenere in questa vita.
Immortalità nel momento del nostro concepimento,
e questa vita ci è data per scoprire la nostra autentica dignità,
la misura della grandezza della nostra chiamata alla vita,
il nostro destino senza fine.
La morte diventa allora passaggio verso un’altra dimensione di questa stessa vita,
verso la pienezza.
martedì 7 febbraio 2012
Ricordo del mare
Sciaborda
Agli asciutti muraglioni
L’anima d’onda
E asciuga ogni spruzzo
La calura
sulle pietre verticali.
Nasce quaggiù
La voce possente
Dell’acqua marina
Che s’infrange rabbiosa
A frantumar sabbie.
Ed immobile il lentischio
Rugoso e salmastro
Scosso dai soffi bizzosi
Resta ad aspettare
Altri capricci di maestrale
E lo sciabordio del mare
Tratto dal libro di poesie di Cristian Ardu “L’odore bianco del mare”
Di ritorno da Coda Cavallo
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