Ancora
spazi aperti, vento, sole e luce che specchia da un mare agitato, da un cielo
solcato da cirri e dal bianco degli smalti della nave.
Ho
scelto un posto esposto a prua, sotto il ponte di comando che fa schermo al
radar: non ho mai capito se le onde elettromagnetiche siano dannose per la
salute e, nell’incertezza, le evito.
Ho inaugurato il mio lettino portatile che mi fa risparmiare i soldi della
cabina e da l’autonomia di sistemarmi comodamente negli spazi che preferisco. A
portata di mano ho la borsa termica con il pranzo: non mi manca nulla.
Ad
occhi socchiusi vedo scorrere mare e terra oltre la rete del parapetto, mi
sembra d’essere fermo su una torre in mezzo ad un immenso fiume, testimone
oculare della deriva dei continenti.
Seguo
la corsa delle onde che si infrangono all’impatto con la nave esplodendo
d’effervescenza iridata. È uno spettacolo senza fine che basta a se stesso:
andrei avanti all’infinito in questa contemplazione luminosa, calda di sole.
Avessi finestre da aprire le aprirei tutte, lascerei entrare tutta la luce che
posso: allargo le braccia, aderisco con tutto me stesso a questo presente, full
immersion.
Sono solo, chissà perché la gente è tutta sull’altro lato….forse c’è meno
vento, forse stanno meglio all’ombra….non me ne importa niente, sono sempre
tante le spiegazioni possibili, ma una soltanto è la vera risposta:
essere solo è il mio destino, è il prezzo dell’arte.
Il
mio posto è sotto una palma, tre passi distante dal quadro del mondo: è il
posto che mi ha assegnato Dio fin dall’inizio ed io ora ne sono compiutamente
consapevole, lo accetto con tutto quello che comporta e ne sono anche grato.
Credo
mi sia stato dato un talento speciale per fiutare a distanza il meglio della
vita. Non ho cercato chissà dove, l’ho scoperto a portata di mano intorno a me,
nascosto nelle pieghe dell’esistenza, piccole baie appartate come l’eden di
Costa dei fiori.
A
volte è così semplice star bene che è questione solo di un gesto, fare ”clic”
su un pulsante, spegnere radio e televisione, alzare lo sguardo e vedere il
cielo.
dal libro "Costa dei
Fiori" di Max Loy
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