In origine l'Arte era unitaria.
Nel campo della pittura e della scultura perciò si assiste nel '900 ad un ampliarsi e ad uno spostarsi dei propri confini verso altri campi. La natura, le macchine, i mezzi di locomozione. Avviene che i confini fra la bellezza di una pratica realizzazione tecnica e la bellezza sempre trascendentale dell'arte si confondono. I confini, con i prodotti semplici e puri dei primitivi e degli inesperti, dei fanciulli, divengono fluidi. Ciò accade proprio perché si attribuisce allo spirito originario, che si ritiene possa ancora esistere in tali individui, la capacità di creare qualche cosa di più perfetto e di più bello di quanto non venga creato dall’individuo colto, nel quale lo spirito originario si mostra invece già deformato.
Nel dividere ciò che costituisce l'unità, essa precipita nella pura costruzione, nella fotografia, nel sogno.
Il pittore moderno è il più compromesso fra gli artisti. E' vero che i grandi pittori dell'epoca moderna sono indubbiamente spiriti profondi, ma in nessuna specie artistica il demoniaco penetra così profondamente, l'abbandono è così grande e così grande è il pericolo di ciarlataneria.
Liberamente tratto dal libro "La perdita del centro" di Sedlmayr H.
richiamo: http://maxloy-itaca.blogspot.it/2011/10/lettera-aperta.html
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