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percorso professionale
A N T O L O G I A
sabato 21 aprile 2012
L’approccio con l’ignoto: la metafora dell’arte astratta
Sono i pensieri che abbiamo sulle cose
a essere fonte di sofferenza – e in
altri casi di gioia.
Le emozioni hanno un carattere rivelatorio. Esse ci mostrano la
nostra radicale dipendenza dall’ambiente naturale e sociale di cui siamo parte,
ci dicono qualcosa delle situazioni in cui ci troviamo a interagire con altre
forze organiche, ambientali e culturali. Che gli organismi e in particolare
quelli umani dipendano per la loro sopravvivenza, ma anche per la loro
determinazione e per la loro prosperità, dall’ambiente in cui si radicano, e
che contribuiscono a loro volta a determinare con le loro azioni in esso . Sono
anche la matrice che rende già subito significativa ogni nostra esperienza del
mondo o che fa sì che ogni nostra interazione con l’ambiente che ci circonda
sia sempre già caratterizzata da una qualità estetica che avvertiamo immediatamente.
L’esposizione radicale dell’organismo all’ambiente implica che egli ne avverta
subito il carattere di volta in volta minaccioso o accogliente, caldo e
confortevole o dannoso e portatore di ostacoli, favorevole e capace di arridergli
o perturbante, buio e alieno. Le nostre relazioni con l’ambiente naturale e
umano, e in particolare quelle emotive, sono da subito portatrici di
indicazioni rilevanti per il nostro benessere o la nostra prosperità. Pertanto,
se vi è un forte riferimento all’individualità, ciò accade perché nell’interazione
continua con il mondo di cui è parte, ne va dell'individuo stesso, che avverte profondamente la propria
vulnerabilità a forze che si sottraggono alle sue possibilità di controllo
– non certo perché si tratti di un ambito di vissuti soggettivi, di principio
precluso agli altri.
In altre parole, ogni esperienza immediata delle cose,
di ciò che esse fanno su di noi, si configura già nella forma di un «sentire
come», di un avvertire significativamente orientato, cui non si aggiunge in
seconda battuta la possibilità di un assenso o meno, poiché un assenso o la sua
negazione inerisce già alla qualità estetica di cui è carica di volta in volta
l’esperienza immediata.
Ecco allora il ruolo l’indagine cognitiva che, intesa come
esperienza riflessa, torna analiticamente su un’esperienza immediata, che non va
da sé ma pone dei problemi rispetto ai nostri abiti di comportamento usuali, e
che pertanto la conoscenza consista in un processo di discriminazione, di
rinvio del godimento o della sofferenza immediata, in vista dei riferimenti
ulteriori che le cose in questione possono avere. Ovviamente tale ruolo si
impone solo in quei tipi di esperienze e di interazioni che richiedono una problematizzazione più o
meno astratta rispetto al contesto situazionale.
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