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A N T O L O G I A
sabato 3 marzo 2012
Piccolo saggio sulla Pittura - PARTE PRIMA - continua (6) ....
Un itinerario per trasformare le idee in fatti:
premesse e
fasi di costruzione di un quadro
Chi guiderà la nostra mano, chi ispirerà i nostri “tocchi da maestro” sull’opera finita? Che sia il caso? E il caso è Amore? E l’Amore cos’è? Chi è?
“E’ meglio un giorno nella tua casa che cent’anni nelle dimore dei potenti ...” canta un salmo. Un Artista ha composto questo salmo, mille e mille anni fa.....
Ho detto un’insensatezza dicendo che dipingere è divertente e l’ho fatto di proposito, perché riflettiate sullo speciale appagamento che dona l’arte. L’Arte più sublime, quella che affascina è sempre contemplativa, seria, distaccata, distante, ieratica, sacra. Non è mai comica, per esempio, però conosce il sorriso della Gioconda, e non gronda mai sangue; anche nelle scene più violente e brutali annota un riflesso, una luce, un colore, cerca l’equilibrio, la composizione, la contemplazione distante.
Direi che l’Arte è un colloquio tra noi e qualcuno: l’Arte presuppone un interlocutore, ma non è detto che l’interlocutore di un artista siano gli uomini. Anzi, di solito gli uomini deludono profondamente l’animo degli artisti. L’artista dipinge per qualcun altro, colloquia misteriosamente con qualcuno, vive con qualcuno nel cuore e nella mente. Provate e saprete.
Scrivo queste cose mentre con la coda dell’occhio sto guardando un particolare di un mio quadro posto a terra, sopra un altro quadro addossato al muro. All’interno di un ambiente in penombra filtra l’azzurra luce dell’ultima ora del giorno. Oltre una barocca tenda di pesante velluto, un cielo debolmente rosato all’orizzonte si allontana su un paesaggio a quinte sfumate: acqua, alberi, lontananze incerte e brumose, poi montagne, poi luce, poi la luna ... poi silenzio.
Per chi ho dipinto questo quadro?
L’artista non è mai avaro, non tiene il suo oro per sé, ama condividerlo, farne dono.
A volte, camminando sul crinale di un monte, nelle mie passeggiate da solitario, mi fermo in contemplazione dell’orizzonte lontano. Ascolto in silenzio la voce del vento: in quel vasto spazio che si apre alla vista non c’è nessuno, ma io intravedo, come in un miraggio, una lontana isola, la cerco nel punto più distante dell’orizzonte, dove la luce è più chiara: laggiù siam tutti noi. Me lo ricorderò dipingendo un altro cielo per una nuova comunione.
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