I luoghi comuni sono idee generali, valori, giudizi condivisi dall'uditorio, anche se non sempre in modo consapevole. Proprio la loro «ovvietà» tende a preservare, nascondendola, l’influenza dei valori e delle credenze di base. Nascono quindi da enunciati che rispondono o pretendono di rispondere a verità che però non serve quasi mai citare, che si tralasciano perché scontati o, viceversa, si enfatizzano senza argomentarli quando sembra che qualcuno li neghi.
I luoghi comuni sono la presunta verità banale delle cose, utili a semplificare il nostro rapporto con la realtà.
Quante sono le cose che “crediamo di sapere”, ma in realtà non conosciamo?
L’apparente “comodità” dei luoghi comuni, dei preconcetti e delle “false certezze” è spesso anche una sonnolenza della mente che può portare a una perniciosa atrofia. O a un brusco e sgradevole risveglio dalle ambiguità dell’ignoranza.
L’essere presenti al mondo, il vivere ci impone il risveglio della mente, l’esercizio dell’innata vocazione umana dell’esploratore, l’osservazione della realtà con occhi attenti, eludendo l’ovvio, penetrando oltre la banalità dell’apparenza. Un passo al di là delle cose.
Esplorare le sconfinate terre della nostra vita, per conoscerle, abitarle e coltivarne la bellezza ... che non è mai ovvia.
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