Di tanto in tanto approfitto della conoscenza diretta dell'artista Max Loy per sottoporre alcune domande che mi giungono dal pubblico:
In genere nei suoi quadri astratti c'è una consueta costruzione topologica oppure si tratta di equilibri di linee e forme dettati dal "caso"?
Caratterialmente sono pigro, sto comodo dentro le situazioni varate, però sono anche curioso ed irrequieto ed eticamente non mi concedo mollezze deleterie. L'ambito nel quale mi muovo, scelto allo scopo, mi è d'aiuto all'uscire dai miei luoghi comuni attingendo alle premesse dettate dal caso.
I miei quadri nascono dall'improvvisazione, si affidano all'estro del momento ed infine si sottomettono al vaglio della ragione perchè mi piace sentirmi persuaso e responsabile d'ogni mia azione: ottengo così i miei inediti firmati.
Nelle rappresentazioni astratte sono riprodotti gli aspetti percettivi dei fenomeni naturali e/o spirituali. In quale misura si pone la questione di raggiungere il destinatario del suo lavoro?
Pongo la massima attenzione all'uso del linguaggio e, come quando scrivo, cerco l'esattezza dei termini, la brevità e la coerenza logica delle frasi senza tuttavia rinunciare alle suggestioni contemplative che amplificano e moltiplicano i livelli del sentire. Questo può essere d'ostacolo ad una lettura ordinaria, ma quando si dialoga si è sempre in due ed io mi aspetto che anche il mio interlocutore si impegni.
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