E poi c’è la Storia, lo sguardo d’insieme dall’alto, quello che ogni bravo pittore dà allontanandosi di tre passi dal quadro sul cavalletto per capire se la cura così attenta ai particolari che sta dipingendo è essenziale e bella anche a tre metri di distanza, quando con uno sguardo si può abbracciare l’intera dimensione del quadro.
Nella cura del dettaglio fa uso della tecnica, nella valutazione a distanza fa uso dello stile, che è la cultura che ha selezionato, anno dopo anno, tutte le informazioni e le esperienze provenienti dai quattro punti cardinali, a partire dal lontano avanti Cristo fino al tempo attuale, riferite alla situazione presente ed osservate dall’altezza variabile di un orizzonte personale, determinato da molteplici cause e concause legate inestricabilmente ed un criterio insindacabile, ma arbitrario di valori stabilito intorno ai tre o quattro anni, quando non capivamo niente di niente, quasi come adesso.
Tecnica e stile ... di che cosa vogliamo parlare? Non mi chiedete che vi spieghi la tecnica! Volete forse che vi annoi a morte? Quando sarò più cattivo vi accontenterò, ma ora non mi sembra bello, il mio stile ne soffrirebbe. Intanto imparate questo: non bisogna mai sacrificare lo stile ad esigenze profane, per questo, in un certo senso, tutte le scuole, le accademie ed i manuali sono sconsigliabili ai fini di maturare una personalità autonoma.
Ovviamente io porto la barba, che non è bionda, però ora è brizzolata, ed i capelli non sono proprio fluenti, ma io faccio finta che lo siano: di capelli ne ho pochi, ma di fantasia quanta ne voglio. Sono i denti sporgenti nascosti sotto i baffi che non centrano niente ... ma che si deve fare ...
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