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giovedì 26 maggio 2011
La lontananza
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Luca, sdraiato nel letto, stava immobile ad ascoltare il sommesso frusciare dell’aria del ventilatore che esplorava monotono la stanza con il ronzio di un lontano aeroplano ad elica, remoto nel tempo e nello spazio.
Remoto nel tempo: un’infanzia ormai lontana.
Remoto nello spazio: oltre quel confine cui giunge lo sguardo perso nell’azzurro profondo di un cielo
... La LONTANANZA ...
Vento che viene da lontano, memorie antiche, voci dal passato, emozioni alla deriva, contemplazione astratta, poesia del nulla … luce che filtra dalle persiane accostate, colori sul soffitto, ombre e luci di una vita che abita altrove, fuori da quella stanza dove una penombra dorata faceva giusta cornice, mediazione, introito come uno sguardo socchiuso, controluce, oltre la soglia, per un risveglio e … una consapevolezza:
la vita ha luogo altrove.
Sempre a quel pensiero era balzato dal letto o da qualunque letargo esistenziale e, infilati frettolosamente i jeans, si era precipitato fuori di casa, finendo di abbottonarsi la camicia per strada. Se c’era un treno da prendere lui non sarebbe rimasto sul marciapiede, solo, in una stazione abbandonata.
Tratto dal libro di Max Loy "La casa del padre"
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