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domenica 17 ottobre 2010
Il gioco e l'umorismo
Il sentimento artistico nasce dall’incontro della vita impressa in un’opera d’arte con la vita che si trova in chi la contempla. “Dobbiamo guardare, guardare e guardare fino a far vivere il quadro davanti a noi e identificarci con esso per un attimo fuggevole. In quel momento, per quell’attimo fuggevole, siamo costretti a modificare la nostra definizione di realtà.
Il gioco e l’umorismo ci offrono allora l’opportunità di esercitare la capacità di apprezzare il paradosso di una nuova realtà. Il gioco è piacevole ed è fonte di un certo svago. L’umorismo è metaforico e paradossale. In questo modo si riesce a mantenere un equilibrio tra la nuova esperienza e la realtà già nota, la nostra certezza.
E’ questa una prova che ci permette di approcciare poi ogni novità con slancio, curiosità e desiderio di ristrutturare il possibile. Infatti la pratica dell’umorismo è sempre una pratica paradossale. La logica viene capovolta, ma la verità non scompare. Viene favorita l’immaginazione e ne scaturisce la novità. Nell’umorismo si crea una nuova logica.
Ecco che una chiave di accesso e di fruizione dell’arte, soprattutto di quella che richiama degli schemi inediti, può essere l’umorismo, inteso come accettazione di un particolare stato d’animo in una cornice inaspettata.
Riflessioni leggendo W. F. Fry “Una dolce follia”
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