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A N T O L O G I A
sabato 10 gennaio 2015
Azzurro
Spesso completo i miei quadri con una sottile linea posta a mezza altezza, come un orizzonte: una sottile linea azzurra.
È tutto il mare che sento.
Il mare come vicenda esistenziale, fluidità, divenire;
orizzonte come attesa messianica senza fine.
Scrutare un orizzonte è necessità e comandamento:
“vegliate” è scritto.
L’attesa davanti al mare è serena ed anche confortante: che può mai venire di male dal colore azzurro? E l’azzurro è il colore che ormai fa da padrone nei miei quadri.
Ho atteso a lungo anche la grazia dell’uso di questo colore, l’ho desiderato dalla metà della mia strada percorsa in poi, ancor prima che ne fossi capace e dall’orizzonte è arrivato fino a me con la marea, al cambio del secolo, passati i cinquant’anni.
Il tempo ha diluito la mia tavolozza sanguigna, ha illuminato le zone d’ombra e schiarito le patine antiche, corrose ed ossidate.
La densità notturna, l’aggrovigliarsi delle passioni, il languore del sentimento sono rimasti indietro, nel secolo lasciato alle spalle.
Dal diario di bordo "DESTINAZIONE ITACA"
Invento una novità, una passeggiata inedita, come un segno tracciato a caso sulla tela.
Seguo il sentiero, non c’è nessuno, solo movimento d’aria, vento che agita le alte fronde degli alberi.
È effetto strano allontanarsi dal rumore del mondo ed inoltrarsi nella terra di nessuno, affiorano sentimenti ambivalenti… buoni stimoli per pensare. Materia prima, quel che serve.
Vado avanti. Nei viottoli deserti di questo villaggio fantasma ritrovo luoghi remoti nella memoria e di nuovo mi sento a casa, nuovamente calcando la sabbia di Ostia dei miei diciott’anni, guardando il mare da dietro un cancello arrugginito dalla salsedine, seduto sul legno di un pattino, tratto in secco e buttato a ridosso d’una siepe selvatica, getto l’ancora nel porto di Itaca.
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