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A N T O L O G I A
domenica 20 novembre 2011
Piccolo saggio sulla pittura - Prefazione
Un itinerario per trasformare le idee in fatti:
premesse e
fasi di costruzione di un quadro
1996
Prefazione
Da qualche mese ho degli allievi che frequentano la mia bottega “Il Privilegio dei Pazzi” per imparare a dipingere.
Sento così il bisogno di fare quello che, essendo solo, non avevo mai fatto esplicitamente: chiarirmi le idee sulla metodologia della mia ricerca e del mio insegnamento.
Ne è nato un libro, come un pro-memoria.
Il mio amico Sandro, al quale ho letto qualche passo buttato giù lì sul momento, durante una lezione, oggi mi ha riportato una frase tratta dall’epistolario di Van Gogh, dicendomi:
- Mi sono ricordato di quest’opera e ti ho trascritto questo pensiero, perché mi sembra proprio adatto come citazione d’apertura al tuo lavoro. -
“... Io ho un bisogno terribile di religione; allora vado di notte a dipingere le stelle ...”
Bravo Sandro! Questa frase avrei potuto scriverla io e con lo stesso stile.
Partendo dunque da questo aforisma, annoto alcune convergenti considerazioni. Le allineo qui di seguito, gerarchicamente, in ossequio alla disciplina militare di mio padre.
La prima di queste è infatti che mi sento in debito, io ho un grosso debito con il Padre Eterno. Mi è stato affidato un talento che devo restituire, giustamente, con gli interessi, e, con i soldi, sapete bene, non si scherza.
Ma quel che più mi preme e che va un po’ oltre il dovere è il desiderio di ritornare da Siloe per pronunciare un sentito grazie riconoscente. Ovviamente il dono del talento è stato fatto a tutti, con molta fantasia, e comporta insieme gioia e dolore, fatica e gratificazione, morte e resurrezione, da quando Adamo volle gettare lo sguardo su entrambi i versanti del monte di Dio. Ma tutto questo non riguarda che l’alba dell’uomo. Nella maturità dei tempi ci è stato dato il vero inestimabile dono: la promessa, la strada, la forza e la stella dei naviganti, unitamente ad un compito e ad una missione: rendere testimonianza.
Grazie di questo, Signore. Amen.
Il secondo motivo che giustifica questa fatica è la prudenza: la vita è sempre molto fragile. La mente può svanire, possiamo rimbambire dall’oggi al domani e non ricordarci nemmeno l’indirizzo di casa. E’ già da tanto che soffro di vuoti di memoria ... inizio un discorso e poi mi fermo perplesso, perché non ricordo che cosa volevo dire; inizio un lavoro con un progetto e poi me lo dimentico e regolarmente invento un altro itinerario.
Salgo in macchina e svolto automaticamente nella strada che mi riporta in garage, perché sono soprapensiero. Meglio allora mettere le mani avanti e seminare i miei percorsi con i sassolini di Pollicino.
La terza considerazione è che ho dei figli, “spirituali” e non: voglio loro una mappa, una “mappa del tesoro”, come un vecchio pirata in pensione.
Siete anche voi, con le vostre domande e le vostre pretese: continuate a lagnarvi ogni giorno che il tempo è tiranno, che la vita è una corsa senza senso, che c’è una ruota che vi trascina, che non siete liberi di essere voi stessi e continuate a ripetermi “beato te ... beato te ...”. E allora come la mettiamo? A me sembra che mi vogliate prendere per i fondelli. Così, anche per questo voglio rispondervi. Vi mostrerò quanto sono beato, perché sono beato e come si fa per diventare beati. Poi vedremo se invidierete ancora questa mia beatitudine che vi metterò a portata di mano.
Il quarto motivo è che mi piace scrivere: mi completa.
Il quinto è il “business” ... chissà ... se riuscissi a fare un bel business con questo libro avremmo finalmente un argomento di conversazione.
L’ultimo importante motivo è che ci sono moltissimi altri importanti motivi, cioè, come si usa dire oggi per dare garanzie di serietà, sono “seriamente motivato”.
Poi, com’è giusto, dopo le motivazioni vengono le intenzioni, anzi, le “buone intenzioni” che, a mio giudizio, questa volta sono veramente esagerate, ma, come capirete, in questi casi ci si comporta come quando si tira con l’arco: più lontano è il bersaglio, più bisogna puntare in alto. Ed il mio bersaglio è stato quello di concepire un’opera nuova nel suo genere, sia nella finalità che nei contenuti.
Premetto infine, che quanto andrò esponendo è tratto esclusivamente dalla mia esperienza personale e perciò mi assumo interamente la responsabilità di ciò che ho scritto.
Sarò molto felice se saprò che qualcuno avrà tratto vantaggio da questa lettura, viceversa, se il libro risultasse indigesto e superfluo lo si getti tranquillamente nel fuoco: il mondo non si accorgerà di nulla.
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