Max Loy
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percorso professionale
A N T O L O G I A
sabato 5 febbraio 2011
Razionalità ed emotività
(aprire il link in un'altra finestra)
Quadri che sfuggono all’abitudine unidimensionale e
prevaricante del metodo razionale che a forza
tenta qui impossibili riconoscimenti dell’ovvio e
che si rivelano invece ad un atteggiamento passivo della mente
abbandonata ad una spontanea contemplazione,
come quando ascolta la musica.
Quadri come finestre aperte sull’inconscio di ciascuno
dove ognuno può ritrovare la propria personale
e privata fantasia fermata lì, sorprendentemente,
con due pennellate dedicate “ad personam”.
Quadri che come i sogni emozionano
e come i sogni non possono essere raccontati
o trattenuti senza perdere il loro impalpabile mistero.
Quadri della maturità,
prossimi a quel traguardo di semplicità
densa e sapida,
ultimo approdo di tutti gli itinerari possibili.
Biografia
Musica, pittura, scultura, prosa, poesia…vale sempre la stessa regola: il ritmo. Densità e vuoto, suono e silenzio, movimento e quiete… sono il pulsare di un cuore, cadenza di respiro dell’universo, giorno, notte, stagioni, orbite, cicli… tutto esattamente al tempo stabilito: il tempo di un’orchestra.
È la vita, il suo meccanismo sincopato.
Questa è la regola e questo il metodo: il risultato è profezia escatologica, annotata in appendice, nelle ultime pagine del libro.
Forse questi quadri che ora dipingo non vengono da me, quell’intreccio strano di colori potrebbe non essere un parto del mio pensiero, questo libro che scrivo forse è un dettato.
Mi viene in mente questa cosa pensando al passato, alla strada percorsa, all’uomo che sono stato.
Il motivo per cui ho smesso di dipingere in modo figurativo, quello vero perché ce n’è anche uno nato da una scommessa che fa ridere, è che mi stavo annoiando da un bel pezzo perché ormai mi ero guardato dentro abbastanza per conoscere tutti i percorsi abituali del mio pensiero e non provavo più il gusto dell’invenzione e dell’emozione della scoperta.
E poi capivo che nel mondo delle cose e dei corpi non sarei riuscito a liberarmi dalle pastoie sentimentali.
Sono stato, nonostante me lo vietassi, un artista sentimentale, lirico nei miei momenti alti e torbido in quelli bassi: il mondo delle cose e dei corpi si nutre di queste sostanze zuccherine e spesso appiccicose.
I quadri della mia giovinezza erano ingenui, pieni di sbagli e di esperimenti, tragici, forti, bizzarri, pesanti…trasudanti energia ed intenzione.
Quelli della stagione di mezzo meditati, complessi, carichi, descrittivi, passionali.
Nell’ultimo periodo figurativo avevo raggiunto un’elevata compiutezza formale, costruivo i quadri a strati, velatura su velatura nascevano palazzi di nove piani.
Ho amato tutto quello che ho fatto, ma ora la considero una storia chiusa: non posso credere alla reincarnazione, il corpo è dato una tantum per farne esperienza, poi passa.
C’è ritmo nella mia vita, il corso del tempo disegna orbite ascendenti, conversioni al centro, velocità in aumento prossima alla caduta libera e liberatoria.
Max Loy