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domenica 20 febbraio 2011
Il rumore della strada sterrata...
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... E mentre questi pensieri sbiadivano senza costrutto, fu trasportato molto lontano nel tempo da un rumore che già da un po’ venava di dolcezza anche i ricordi più tristi: il rumore della strada sterrata. Pian piano ogni pensiero prese un nuovo impulso ed un nuovo sentimento al suono antico del procedere quieto della ruota su quel brecciolino che si trova su tutte le stradine di campagna e che è quasi polvere.
Un sentimento che forse è un’eredità antica e che ci unisce alla terra e ci consola della velocità del mondo che non ci appartiene e ci fa violenza.
E’ il sentimento della strada di casa, che ci fa pensare alla famiglia, alla serenità ... pare quasi uno sfrigolare di uova al burro in una vecchia padella ammaccata e annerita dal fuoco, evoca il profumo di un’antica mensa, di una tovaglia a quadri bianchi e blu, d’un bicchiere di vino, d’una seggiola impagliata alla buona.
“E’ letteratura?” si chiedeva, impegnato in blando slalom tra le buche della strada. Non importava. Ancora ricordava quella volta che il padre l’aveva portato con sé in una escursione sui monti della Carnia. Aveva otto anni.
Erano partiti la mattina presto con la colazione nello zaino ed avevano camminato tutto il giorno tra boschi e pascoli fino al sopraggiungere della sera. Da tanto tempo ormai s’era perso l’eco delle parole e Luca non custodiva altro che pochi frammenti. Un rumore: il suono dei passi affiatati e solidali sulla strada bianca che conduceva al paese, ritrovata appena avanti il calar della notte. Una sua confidenza al padre: il concepimento di una certa sfera d’acciaio cava ed attrezzata all’interno per garantire l’incolumità in caso di catastrofe. Ed il rientro tra l’intimità protettiva delle case, lasciata alle spalle la montagna come un’onda nera: fievoli luci alle finestre e lungo la strada, ad intervalli, qualche lampione contadino, odore di legna, di fieno e di stalla, profumo di uova al burro e di cucina. Un cane gli abbaiò contro rumorosamente da una recinzione e subito un secondo cane si precipitò dal fondo del podere per dar man forte al primo, turbando rovinosamente la quiete di quella passeggiata con il demone isterico della stupidità. Così che per quanto era lunga la rete della proprietà egli non riuscì a dimenticare che buona parte della vita è infastidita da “cani”.
Accelerò l’andatura e di lì a breve guadagnò l’asfalto e la discesa. Ristette si pedali, lasciò scivolare silenziosamente la bicicletta e si voltò a guardare la strada che si allontanava dietro di lui.
Del resto questo era il semplice piacere che dava la bicicletta: guardare la strada che veniva incontro, scivolava sotto le ruote e si allontanava come acqua di fiume, come il transito di un treno, come un aereo che solca il cielo o una nave all’orizzonte, o un passante sul marciapiede, come qualsiasi evento che da lontano di fa vicino, prosegue e si allontana fino a perdersi ....
Tratto dal libro di Max Loy "la casa del padre".
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