tutte le immagini dei quadri, delle sculture ed i testi tratti dai libri dell’artista sono © di Max Loy


..."Il raggio verde è una luce visibile per brevi secondi nelle chiare serate estive, subito dopo il tramonto del sole.

In metafora è qualcos’altro di più significante, una luce interiore che va cercata lì dove ha dimora: nel silenzio.



raccolta di immagini, testi e pensieri di Max Loy ...

e di quant'altro attinente alla sua arte

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In these paintings of mine there are two different elements: colour and shape, casualty and organization, intuition and recognition. Two different types of music combining melody and a countermelody evoking the marvel of a stereophonic listening.


ACCOMODATI, SEI IL BENVENUTO !

Introduzione alla Sua arte

Esposizione virtuale delle opere di Max Loy.

“E’ così: ogni azione e ancor più manifestamente quelle dettate dal sentimento, affondano le radici in una regione misteriosa dalla quale ogni gesto assume un significato trascendente che è caratteristico della figura dell’uomo: egli trascende se stesso, così le sue azioni sono allegorie, immanenza e trascendenza insieme.

Questo è un mistero grande, l’unico.”

data inizio blog: 8 ottobre 2009


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martedì 24 novembre 2015

Sostanze e trasparenze


Quando ci si incomincia a porre il problema di rappresentare la realtà e di come comunicare le sensazioni connesse, ci si accorge che si pensa per astrazioni: le cose si possono toccare, ma il loro nome no. I nomi delle cose hanno nature trasparenti che lasciano intravedere le inafferrabili sostanze di cui sono i simulacri.
Il linguaggio astratto lambisce le sponde della coscienza introducendoci in una quieta contemplazione visionaria intraducibile, ma appagante


 Così come abbiamo un corpo e un'anima, ugualmente la nostra arte è linguaggio di forma e contenuto: senza un contenitore non esiste contenuto, ma il contenitore è in funzione del contenuto, è figura, forma visibile di ciò che contiene. Più un contenitore è trasparente, meglio rivela il contenuto.


Tra i due linguaggi, figurativo e astratto, non esiste differenza di natura, ma di trasparenza.

Max Loy



La genesi dell'arte

L’arte è un processo rappresentativo che nasce dalla consapevolezza di voler comunicare un’idea o in informazione complessa attraverso un codice.



La mente struttura e codifica il pensiero simbolico e dà luogo a rappresentazioni. 
L’arte rappresenta, quindi, un processo di selezione culturale: serve ad incrementare l’apprendimento e a gerarchizzare l’informazione. Questo genera maggiore complessità e quindi migliora la qualità dell’informazione e la sua propagazione culturale. 


L’arte si caratterizza come un fenomeno compulsorio determinato dalla necessità di codifica esterna di immagini mentali e proiezioni simboliche, un linguaggio necessario alla selezione naturale dell’informazione da trasmettere e da condensare. In questo atto creativo, l’artista diventa il tramite, la figura necessaria alla mediazione culturale.

La genesi dell’arte inizia dalla necessità di codificare un segnale complesso in una rappresentazione leggibile.  L’arte diventa quindi tecnologia della conoscenza. 


Da questa analisi ricaviamo che la trasmissione dell’informazione culturale avviene attraverso un processo di selezione naturale, parte conscio e parte inconscio. L’arte rappresenta il momento della coscienza, della mente cognitivamente flessibile in cui la mappa mentale si configura all’esterno attraverso un complesso elitario e selettivo di socializzazione culturale, di costruzione di un alfabeto che, all’inizio era accessibile a pochi.


L’arte è la causa e non l’effetto della trasmissione della conoscenza, molto prima della scrittura, ed assieme al linguaggio. 

lunedì 16 novembre 2015

Le voci del silenzio


Al linguaggio delle parole, alla comunicazione che si svolge lungo il cammino delle parole, si intreccia quello enigmatico del silenzio.

Le parole del silenzio nelle loro diverse articolazioni tematiche: il silenzio dello stupore nel cuore, il silenzio della gioia e della speranza, il silenzio ardente del mare e delle stelle, il silenzio del dolore e dell'angoscia, della tristezza e della disperazione, il silenzio delle cattedrali, il silenzio che è premessa di esperienza mistica.


Il silenzio ha un suo linguaggio: c'è il silenzio che nasce dal desiderio, il silenzio che dice la nostra malinconia, o la nostra angoscia, ma ancora le nostre speranze inespresse e i nostri timori. 


Ci sono nel silenzio molteplici dimensioni semantiche, mentre una sola è quella del mutismo, l'assenza di significati; e in forma di comunicazione, quella parlata, e in quella letta, non è possibile fare a meno del silenzio che modula le scansioni e gli andamenti del discorso, e che dilata le indicibili risonanze emozionali delle parole; rendendole ancora più arcane nelle loro suggestioni.

tratto da Parlarsi - La comunicazione perduta di Eugenio Borgna.

martedì 3 novembre 2015

Emozioni dicibili



Ci sono momenti della vita in cui, andando alla ricerca di una forma di comunicazione che porti alla luce le nostre emozioni più profonde e più arcane, sentiamo come questa non possa se non essere la comunicazione mediata dalla parola poetica, dall'arte. Solo rileggendo, e tenendo nel cuore, alcuni frammenti poetici, le nostre indistinte emozioni si chiariscono in noi, e si fanno riconoscibili nella loro concretezza, e nella loro comunicabilità. 


Cosa sia la poesia (il linguaggio poetico e l'arte) come essa smuova i ghiacciai delle nostre distrazioni e della nostra impossibilità a dare voce alle nostre emozioni, è tema sconfinato. 




"Per un attimo il nostro essere viene centrato, rinchiuso; come sempre accade sotto il colpo violento dell'emozione personale. E' vero che, dopo, la sensazione comincia a espandersi, in cerchi sempre più larghi, attraverso la nostra mente; raggiunge sensi più remoti; e questi cominciano a risuonare e a commentare, e prendiamo atto degli echi e dei riflessi." (V. Wolf)



"Perchè poesia è veggente attesa nella penombra, poesia è abisso che sa della penombra, è attesa sulla soglia, è comunione e insieme solitudine, è promiscuità e paura della promiscuità, casta nella promiscuità, così casta come il sogno del gregge dormiente, e tuttavia paura dell'impudicizia: oh, poesia è attesa, non è ancora partenza, ma perenne congedo" (H. Broch)

Tratto da Parlarsi di Eugenio Borgna