tutte le immagini dei quadri, delle sculture ed i testi tratti dai libri dell’artista sono © di Max Loy


..."Il raggio verde è una luce visibile per brevi secondi nelle chiare serate estive, subito dopo il tramonto del sole.

In metafora è qualcos’altro di più significante, una luce interiore che va cercata lì dove ha dimora: nel silenzio.



raccolta di immagini, testi e pensieri di Max Loy ...

e di quant'altro attinente alla sua arte

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Studio: via Abbi Pazienza 14 – C.A.P. 51100 Pistoia cell. 3389200157 mail - info@maxloy.com

In these paintings of mine there are two different elements: colour and shape, casualty and organization, intuition and recognition. Two different types of music combining melody and a countermelody evoking the marvel of a stereophonic listening.


ACCOMODATI, SEI IL BENVENUTO !

Introduzione alla Sua arte

Esposizione virtuale delle opere di Max Loy.

“E’ così: ogni azione e ancor più manifestamente quelle dettate dal sentimento, affondano le radici in una regione misteriosa dalla quale ogni gesto assume un significato trascendente che è caratteristico della figura dell’uomo: egli trascende se stesso, così le sue azioni sono allegorie, immanenza e trascendenza insieme.

Questo è un mistero grande, l’unico.”

data inizio blog: 8 ottobre 2009


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domenica 13 gennaio 2013

Educazione all'immagine: prospettiva fenomenologica

Come educarci all'immagine per apprezzare davvero le opere d'arte,
per recuperare gentilezza,
grazia e non solo.

In una prospettiva fenomenologica l'immagine è assolutamente essenziale, è quasi impossibile studiare l'immagine senza partire da una prospettiva fenomenologica. *
Questo in sintesi perchè la prospettiva fenomenologica non è una prospettiva che intende spiegare i fenomeni, ma intende descriverli, quindi analizzare l'immagine è quasi la sintesi del metodo fenomenologico, metodo che Husserl stesso chiama della variazione immaginativa.
Il metodo descrittivo è il metodo della variazione immaginativa: le cose non si danno nella loro interezza, si danno per prospezioni e quindi si danno girando intorno alle cose. Questo è il primo elemento metodologicamente essenziale, il secono è che l'immagine è di per sè una struttura che richiama la fonte principale di ogni forma di conoscenza che è la percezione. Quindi l'immagine è essenziale dal punto di vista fenomenologico perchè rinvia all'elemento fondamentale della conoscenza che è la percezione.


Tratto da un'intervista fatta al Prrof. Elio Franzini 
Professore ordinario di Estetica presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università degli Studi di Milano

*la fenomenologia è un approccio alla filosofia che inizia con l'esplorazione dei "fenomena" (che si presenta a noi nell'esperienza conscia) come mezzo per cogliere lo Spirito Assoluto che è dietro il fenomeno. (Hegel)

sabato 12 gennaio 2013

Piccolo saggio sulla Pittura - PARTE PRIMA - continua (11)

Un itinerario per trasformare le idee in fatti:
premesse e
fasi di costruzione di un quadro 1996

  
Vedete, io ho passato la mia vita a guardare fuori e dentro di me ed ho scoperto che le idee che mi girano nel cervello non sono altro che i fantasmi delle cose che mi danzano intorno quando cammino per la strada e tutta la realtà mi appare come un immenso laboratorio in piena attività, dove non passa un secondo senza che si compia un esperimento.


 La goccia d’acqua è una lezione sulla trasparenza, il sole una lezione sulla luce, la distanza una lezione di prospettiva, l’altezza una lezione su non so che, e tutte queste cose sono in rapporto con noi, hanno evidentemente una valenza psicologica e, più in fondo, un’eco spirituale.
Tutto ciò che mi circonda e che mi si muove dentro ha in qualche modo a che fare con me, con il mio senso della vita.

 Se credete che esista il caso e siete degli artisti qualcosa in voi non funziona. Se credete al caso e volete fare arte, partite con il piede sbagliato. Lasciate che ve lo dica da amico: il caso non esiste. Quello che imbroglia le nostre carte è l’enigma. 

Se si vuole capire il ruolo dell’arte, qual è l’inconscio desiderio che ci spinge a cercare nell’arte un appagamento, bisogna prima avere coscienza e poi riconoscere che abbiamo sete.

 Io credo che l’arte non sia altro che un secchio col quale attingere acqua al misterioso pozzo della vita. Da alcuni il pozzo viene scambiato per una botte di vino.  I figli di questo credo sono i pittori di cornucopie: pregevoli artisti che non ci dicono niente. Per altri la via è una valle di lacrime, ed io li vedo questi emaciati animi sentimentali aggirarsi sconfortati tra le immondizie dei cimiteri monumentali. Altri ancora vedono nell’acqua del pozzo un oceano in tempesta:  sono gli ardimentosi pittori di battaglie, gente irrequieta, generali in pensione: portano i baffi alla Vittorio Emanuele. 
E c’è chi attinge dal pozzo un’acqua cristallina ed effervescente: sono gli artisti dell’attesa e del silenzio, quelli che ti guardano negli occhi dai quadri che dipingono e che stanno aspettando qualcuno da tanto tempo.

 
Che cosa ha a che fare tutto questo con me?
Se c’è una domanda veramente creativa è questa.

Ponetevi questa domanda tutte le volte che volete: non ha controindicazioni, è solo un po’ indigesta. Fa parte del mio metodo.