tutte le immagini dei quadri, delle sculture ed i testi tratti dai libri dell’artista sono © di Max Loy


..."Il raggio verde è una luce visibile per brevi secondi nelle chiare serate estive, subito dopo il tramonto del sole.

In metafora è qualcos’altro di più significante, una luce interiore che va cercata lì dove ha dimora: nel silenzio.



raccolta di immagini, testi e pensieri di Max Loy ...

e di quant'altro attinente alla sua arte

.

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Studio: via Abbi Pazienza 14 – C.A.P. 51100 Pistoia cell. 3389200157 mail - info@maxloy.com

In these paintings of mine there are two different elements: colour and shape, casualty and organization, intuition and recognition. Two different types of music combining melody and a countermelody evoking the marvel of a stereophonic listening.


ACCOMODATI, SEI IL BENVENUTO !

Introduzione alla Sua arte

Esposizione virtuale delle opere di Max Loy.

“E’ così: ogni azione e ancor più manifestamente quelle dettate dal sentimento, affondano le radici in una regione misteriosa dalla quale ogni gesto assume un significato trascendente che è caratteristico della figura dell’uomo: egli trascende se stesso, così le sue azioni sono allegorie, immanenza e trascendenza insieme.

Questo è un mistero grande, l’unico.”

data inizio blog: 8 ottobre 2009


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lunedì 23 aprile 2012

Danza d'Africa



A UNA DANZATRICE NEGRA



Negra mia calda voce d’Africa
Terra d’enigma e frutto di ragione
Danza per la nuda gioia del tuo sorriso
Per l’offerta del tuo seno e di segrete virtù
Danza per l’aurea leggenda di notti nuziali
Per i tempi nuovi e i secolari ritmi
Negra infinito trionfo di sogni e di stelle
Amante docile alla stretta dei Kora
Danza per la vertigine
Per la magia delle reni che il mondo ricominciano
Danza sei
E intorno a me bruciano i miti
Intorno a me le parrucche del sapere
In gran fuochi di gioia nel cielo dei tuoi passi
Danza sei
E i falsi addii ardono nella tua fiamma verticale
Sei il viso dell’iniziato
Che sacrifica la follia ai piedi dell’albero-guardiano
Idea del Tutto sei e voce dell’Antico.
All’assalto delle chimere gravemente protesa
Sei il Verbo che esplode
In razzi miracolosi sulle rive dell’oblio.


Ndjock Ngana - Poeta camerunense


domenica 22 aprile 2012

Poesia


Nuvole basse, cieli di carta grigia
e dietro i vetri
dolce si scioglie l'immagine del giorno.
Sulle cime di alberi remoti
si congelano i sogni:
vaghi colori che sbiadiscono
nel disegno del tempo.
Stasera il quartiere non ha voci
e le case hanno occhi ciechi.


Tra poco ferite gialle
si apriranno nel buio delle stanze
e un pianoforte
zoppicherà nell'aria le sue note
adesso come allora
come una sera di tanto tempo fa,
con mia madre che canta nell'ombra
(e la voce ride)...


Mia madre, morbida e bianca
dagli occhi di bambina
e dalle mani buone,
mia madre, che adesso mi guarda 
da milioni di anni luce, 
eppure e così presente 
che solo il pensarla mi consola..





Domani, io sarò ancora vivo
e avrò pensieri aguzzi

come schegge di cristallo

e parole rotonde 
come ciottoli lisciati dal torrente. 
Domani, stasera no: 
Stasera io muoio
col morire del giorno.


Poesia di Franca Ferrari

sabato 21 aprile 2012

L’approccio con l’ignoto: la metafora dell’arte astratta


Sono i pensieri che abbiamo sulle cose
a essere fonte di sofferenza – e in altri casi di gioia.

Le emozioni hanno un carattere rivelatorio. Esse ci mostrano la nostra radicale dipendenza dall’ambiente naturale e sociale di cui siamo parte, ci dicono qualcosa delle situazioni in cui ci troviamo a interagire con altre forze organiche, ambientali e culturali. Che gli organismi e in particolare quelli umani dipendano per la loro sopravvivenza, ma anche per la loro determinazione e per la loro prosperità, dall’ambiente in cui si radicano, e che contribuiscono a loro volta a determinare con le loro azioni in esso . Sono anche la matrice che rende già subito significativa ogni nostra esperienza del mondo o che fa sì che ogni nostra interazione con l’ambiente che ci circonda sia sempre già caratterizzata da una qualità estetica che avvertiamo immediatamente. L’esposizione radicale dell’organismo all’ambiente implica che egli ne avverta subito il carattere di volta in volta minaccioso o accogliente, caldo e confortevole o dannoso e portatore di ostacoli, favorevole e capace di arridergli o perturbante, buio e alieno. Le nostre relazioni con l’ambiente naturale e umano, e in particolare quelle emotive, sono da subito portatrici di indicazioni rilevanti per il nostro benessere o la nostra prosperità. Pertanto, se vi è un forte riferimento all’individualità, ciò accade perché nell’interazione continua con il mondo di cui è parte, ne va dell'individuo stesso, che avverte profondamente la propria vulnerabilità a forze che si sottraggono alle sue possibilità di controllo – non certo perché si tratti di un ambito di vissuti soggettivi, di principio precluso agli altri. 

In altre parole, ogni esperienza immediata delle cose, di ciò che esse fanno su di noi, si configura già nella forma di un «sentire come», di un avvertire significativamente orientato, cui non si aggiunge in seconda battuta la possibilità di un assenso o meno, poiché un assenso o la sua negazione inerisce già alla qualità estetica di cui è carica di volta in volta l’esperienza immediata.

Ecco allora il ruolo l’indagine cognitiva che, intesa come esperienza riflessa, torna analiticamente su un’esperienza immediata, che non va da sé ma pone dei problemi rispetto ai nostri abiti di comportamento usuali, e che pertanto la conoscenza consista in un processo di discriminazione, di rinvio del godimento o della sofferenza immediata, in vista dei riferimenti ulteriori che le cose in questione possono avere. Ovviamente tale ruolo si impone solo in quei tipi di esperienze e di interazioni  che richiedono una problematizzazione più o meno astratta rispetto al contesto situazionale.


lunedì 16 aprile 2012

La pace che auguro


Sta scendendo la sera, il vento è calato, si è dissolto in brezza leggera che accarezza il viso e muove appena la falda leggera del mio cappello di paglia. Il mare è una tavola azzurra che volge al violetto, la risacca è ridotta ad un bisbiglio, un fruscio d’acqua che appena respira. Il cielo completamente sgombro sopra di me e sul mare, confina oltre il profilo delle montagne banchi di nuvole sfilacciate e ariose che si spingono lontano e svaniscono nel nulla.
Vorrei condividere la spiritualità appagante di questi momenti e penso ai volti delle persone che amo, ma subito la visione si dilata e diventa astratta, abbraccia il mondo, diventa visione biblica di moltitudini.
Resto assorto, porto lontano lo sguardo.
Contemplo il mare, la terra, il cielo.
Condivido in silenzio la religiosa bellezza di questo tramonto.
Questa è la pace che cerco e che auguro. 

tratto da "Costa dei fiori" di Max loy 

Profumo di spazi aperti


Ho approfittato di questa giornata di sole per realizzare il desiderio di rivedere il faro di capo Spartivento. …passo senza fermarmi le belle spiagge di Chia, accarezzate in distanza con gli occhi, tiro dritto fino all’ultima spiaggia e parcheggio all’ombra di un cannicciato, in un’area custodita, ultimo avamposto della civiltà prima che la strada sconnessa diventi impraticabile. Di li in poi seguo un largo sentiero panoramico che s’inerpica con curve e tornanti tra rocce e cespugli.
Sento il profumo della Sardegna, quell’odore aspro e amaro che proviene da un mix di erbe che si fonde con lo iodio delle alghe e la salsedine marina, è profumo di spazi aperti e di grandi silenzi, il profumo di un’isola. Capo Spartivento, ultimo baluardo che serra l’ampio arco delle dorate spiagge di Chia, uniche al mondo per bellezza e uniche nella mia memoria.  
Calpesto la sua rena procedendo in salita verso il faro.
Ho lasciato alle spalle l’insenatura di cala Cipolla, ancora vociante degli ultimi turisti, e mi sto addentrando in quel sentiero tortuoso e sconnesso che solo i temerari tentano su un fuori strada. Anche camminando a piedi è necessario tenere gli occhi a terra per non inciampare nelle pietre o slogarsi una caviglia nei solchi che l’acqua ha scavato nella terra.
In questo silenzio animato della natura, riascolto il rumore familiare dei passi che son ricordo di un mondo passato in cui si andava a piedi su strade di terra, ricordi d’infanzia, di cinquant’anni fa.

Sotto il mare rumoreggia irrompendo con grandi onde tra gli scogli e la luce rende festoso questo spettacolo grandioso. Poi la strada aggira un’altura ed il rombo del mare lentamente si affievolisce ed infine scompare, il silenzio diventa grande e mi rende consapevole dei piccoli rumori: lo scricchiolio di un arbusto secco al passaggio furtivo di una lucertola, il ronzio di un’ape a mezz’aria.

Tratto da "Costa dei Fiori" di Max Loy


Sardegna: scorci di bellezza


A fair number of peasants in the streets, and 
peasant women in rather ordinary costume: tight- 
bodiced, volume-skirted dresses of hand-woven linen 
or thickish cotton. The prettiest is of dark-blue-and- 
red, stripes-and-lines, intermingled, so made that the 
dark-blue gathers round the waist into one colour, the 
myriad pleats hiding all the rosy red. But when she 
walks, the full-petticoated peasant woman, 
then the red goes flash-flash-flash, 
like a bird showing its colours. 




Pretty that looks in the sombre street. She has a 
plain, light bodice with a peak: sometimes a little vest, 
and great full white sleeves, and usually a handker- 
chief or shawl loose knotted. It is charming the way 
they walk, with quick, short steps. 




When all is said and done,
 the most attractive costume for women in 
my eye, is the tight little bodice and the many-pleated 
skirt, full and vibrating with movement. It has a 
charm which modern elegance lacks completely a 
bird-like play in movement. 




They are amusing, these peasant girls and women: 
so brisk and defiant. They have straight backs, like 
little walls, and decided, well-drawn brows. And 
they are amusingly on the alert. There is no eastern 
creeping. Like sharp, brisk birds they dart along the 
streets, and you feel they would fetch you a bang 
over the head as leave as look at you. 




But that curious, flashing, black-and-white costume! 
I seem to have known it before: to have worn it even: 
to have dreamed it. To have dreamed it: to have 
had actual contact with it. It belongs in some way 
to something in me to my past, perhaps. I don't 
know. But the uneasy sense of blood-familiarity 
haunts me. I know I have known it before. It is 
something of the same uneasiness I feel before Mount 
Eryx: but without the awe this time.


Testo tratto da Sea and Sardinia di D. H. Lawrence

per chi desidera uno sguardo sui costumi, le tradizioni ed il paesaggio





lunedì 9 aprile 2012

Il nutrimento dell'arte



L'arte, quella vera, quella che viene dall'anima, è così importante nella nostra vita. 

L'arte ci consola, ci solleva, l'arte ci orienta. 

L'arte ci cura. 

Noi non siamo solo quello che mangiamo e l'aria che respiriamo. 
Siamo anche le storie che abbiamo sentito, 


le favole con cui ci hanno addormentato da bambini,

i libri che abbiamo letto, 
la musica che abbiamo ascoltato 
e le emozioni che un quadro, una statua, una poesia ci hanno dato.


Dal libro La fine è il mio inizio di Tiziano Terzani


martedì 3 aprile 2012

Comprendere l'opera pittorica



Per comprendere l'opera pittorica bisogna analizzare gli elementi che fanno parte del processo comunicativo e cioè i singoli elementi che vi concorrono e le regole del codice visivo, insieme alle regole compositive e percettive. Riconoscere gli elementi della grammatica visiva e le regole sintattiche dei messaggi visivi è altresì fondamentale per analizzare il testo visivo. Alla fine estrapolando da tutti gli elementi analizzati i vari significati si avrà il significato complessivo dell'opera d'arte. Operativamente per analizzare un'opera d'arte è necessario seguire un percorso che porta da una lettura di ogni singolo aspetto della comunicazione alla lettura complessiva che sintetizza l'analisi dei vari aspetti.

Analisi dei segni presenti nell'opera, e delle regole di configurazione spaziale e compositive. Elenco delle operazioni:
Osservazione e riconoscimento dei colori, distinguendoli in caldi e freddi, in toni chiari e toni scuri. Riconoscerne le regole di complementarietà e dei contrasti. Capire i colori che sembrano anteporsi agli altri osservando la relazione in cui si pongono i colori chiari e quelli scuri, e i toni cromatici che, rispetto agli altri assumono un peso maggiore.
Osservazione delle luci, la provenienza della luce e l'osservazione delle ombre, identificando se è diffusa, radente ecc.. e identificandone i ritmi
Osservazione delle linee, se esse sono continue, spezzate, curve o orizzontali. Identificarne i ritmi. Riconoscimento delle linee di forza presenti nell'opera - se esse sono convergenti, divergenti, chiuse o aperte e della natura degli andamenti lineari-. I diversi tipi di linee presenti in un'opera infatti determinano l'attribuzione di un maggiore o minore peso in relazione al loro andamento, ritmo, distribuzione
Analisi dei gesti, se sono dinamici o statici e che relazione c'è tra i vari movimenti presenti.
Osservazione della configurazione spaziale: figura-sfondo; vicinanza; eguaglianza; forma chiusa/forma aperta; forma buona; esperienza; pregnanza.
Osservazione delle principali regole compositive dell'equilibrio, del peso, della prospettiva, del ritmo, del movimento, della direzione e infine della simmetria.

Ed ecco che siamo giunti alla decodificazione del messaggio visivo. Individuata nell'opera l'organizzazione delle forme, linee, colori e le regole della Gestalt, ovvero vicinanza, somiglianza, forma aperta/chiusa; la curva buona nelle linee, la distribuzione su più piani delle immagini, attraverso una operazione di sintesi supportati da una buona capacità critica, si potrà estrapolare un significato da ognuno di questi elementi. Si dedurranno i significati delle regole compositive, dei singoli codici visivi, il significato dei gesti dei personaggi presenti nell'opera e delle singole immagini che la compongono. Dal significato del messaggio si dedurrà l'uso che veniva fatto dell'opera e i suoi destinatari – quindi la funzione prevalente-.

Si perverrà all'eventuale relazione che è intercorsa tra le varie funzioni e il contesto, e allo scopo comunicativo dell'opera che è il fine ultimo di tutto il percorso analitico seguito per potere condurre una analisi critica complessiva dell'opera d'arte.



Tratto da "La lettura di un'opera d'arte pittorica, finalizzata alla sua comprensione"
P.Campanella - Febbraio 2002