tutte le immagini dei quadri, delle sculture ed i testi tratti dai libri dell’artista sono © di Max Loy


..."Il raggio verde è una luce visibile per brevi secondi nelle chiare serate estive, subito dopo il tramonto del sole.

In metafora è qualcos’altro di più significante, una luce interiore che va cercata lì dove ha dimora: nel silenzio.



raccolta di immagini, testi e pensieri di Max Loy ...

e di quant'altro attinente alla sua arte

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Studio: via Abbi Pazienza 14 – C.A.P. 51100 Pistoia cell. 3389200157 mail - info@maxloy.com

In these paintings of mine there are two different elements: colour and shape, casualty and organization, intuition and recognition. Two different types of music combining melody and a countermelody evoking the marvel of a stereophonic listening.


ACCOMODATI, SEI IL BENVENUTO !

Introduzione alla Sua arte

Esposizione virtuale delle opere di Max Loy.

“E’ così: ogni azione e ancor più manifestamente quelle dettate dal sentimento, affondano le radici in una regione misteriosa dalla quale ogni gesto assume un significato trascendente che è caratteristico della figura dell’uomo: egli trascende se stesso, così le sue azioni sono allegorie, immanenza e trascendenza insieme.

Questo è un mistero grande, l’unico.”

data inizio blog: 8 ottobre 2009


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lunedì 27 settembre 2010

Il fascino dell'astratto

Il quadri astratti affascinano. Sono opere che comunicano un'emozione ed una forza di sentimento talmente intensa da non poter essere contenuta in una rappresentazione del vero.
Essi nascono da un disperato tentativo di rappresentare concetti come l'infinito, l'energia, l'eternità, per i quali una qualsiasi "figura" riconoscibile non sarebbe che una similitudine, uno specchio che riflette male.

Ecco il salto di qualità e tentare l'impresa eroica di dipingere direttamente queste "astrazioni".

C. B.


domenica 26 settembre 2010

La tela bianca

Quando fissiamo sul cavalletto una tela bianca, così quando spianiamo davanti a noi una pagina di un quaderno, non siamo, come può sembrare, all’inizio di un’opera, ma alla fine.
Infatti non potremmo iniziare nessun lavoro, non potremmo concepire un bel niente di nuovo se non avessimo portato a maturazione quell’enorme e sempre misterioso processo di crescita che consiste nell’accorgerci che stiamo vivendo.
Non è esatto nemmeno affermare che l’artista crea qualcosa. L’artista non crea nulla dal nulla. Questo  lo può fare e lo ha fatto solo Dio, e superbamente, da Dio. L’artista rielabora la creazione, e non tutta la creazione, solo quel po’ che entra nel suo piccolo orizzonte culturale, coniugando il retaggio del sangue e della civiltà alle esperienze della sua particolare e privata esistenza.
Comprendere questo dispone l’animo in un atteggiamento molto simile all’umiltà, che d’altra parte è segno di ogni umana grandezza.
Curiosamente l’artista, nell’investigare la vita, si troverà impegnato in un compito contraddittorio: testimoniare l’unità divisa, convivere con il paradosso. La testimonianza dell’arte è infatti ambivalente, allegorica e paradossale così come lo è la vita, mentre la vocazione, il compito ed il fine di entrambe è di ridurre ogni antitesi ad un centro di gravità soprannaturale in cui converga l’intera realtà.
Questa vocazione dell’arte viene da un altro mondo ed è sentita e vissuta dall’artista come “tensione”, “ricerca”, che si affaccia sul mistero, ma che si ferma sul ciglio di un abisso d’ombra: la morte.
La vita e la morte divengono un unico, enorme, insondabile mistero ed è appunto il mistero ad essere l’imprescindibile cassa di risonanza di ogni opera d’arte.
Ovviamente mistero non è ciò che non si capisce, ma ciò che non si può capire. Il mistero è un Tempio dove Dio e l’uomo abitano insieme. Da quest’intuizione discende la sacralità dell’Arte, che si impone anche al profano con autorità: l’Arte parla il linguaggio dell’anima con parole fatte di terra.

Tratto da “Piccolo saggio sulla Pittura” di Max Loy




sabato 25 settembre 2010

Il compito dell'Arte

L'arte è un'attività umana il cui fine è la trasmissione ad altri dei più eletti e migliori sentimenti a cui gli uomini abbiano saputo assurgere.
La caratteristica che distingue la vera arte da quella contraffatta è una sola e indubitabile: il contagio dell'arte. [...] non sarà un'opera d'arte se non suscita nell'uomo quel sentimento, completamente differente dagli altri, di gioia nell'unione spirituale con un altro (l'autore) e con altri ancora (gli ascoltatori o spettatori) che contemplano la stessa opera d'arte.
Il compito dell'arte è immenso: l'arte, la vera arte, con l'aiuto della scienza e sotto la guida della religione, deve fare in modo che quella convivenza pacifica degli uomini che ora viene mantenuta con mezzi esterni – tribunali, polizia, istituzioni benefiche, ispezioni del lavoro, eccetera – sia ottenuta mediante la libera e gioiosa attività della gente. L'arte deve sopprimere la violenza.
L'arte deve fare in modo che i sentimenti di fraternità e amore per il prossimo, oggi accessibili solamente agli uomini migliori della società, diventino sentimenti abituali, istintivi in tutti.

                                                                                                                  Lev Tolstoj


Desiderio del divino

L'arte si è sempre sforzata, in ogni tempo,
 di fornire all'uomo una voce
 affinché egli possa esprimere il suo muto desiderio del

divino.


Hermann Hesse



La comprensione della bellezza

Cercare adagio, umilmente, costantemente di esprimere, di tornare a spremere dalla terra bruta 
o da ciò ch'essa genera, dai suoni, dalle forme e dai colori, 
che sono le porte della prigione della nostra anima, 
un'immagine di quella bellezza che siamo giunti a comprendere:

 questo è l'arte

James Joyce





L'arte

L' arte è esperienza di universalità. Non può essere solo oggetto o mezzo. 

È parola primitiva, nel senso che viene prima e sta al fondo di ogni altra parola. 

È parola dell'origine, che scruta, al di là dell'immediatezza dell'esperienza, il senso primo e ultimo della vita. 
                                                               Papa Giovanni Paolo II


domenica 19 settembre 2010

Opportunità


Metafore
Massimo ormai conosceva la differenza tra l’approssimazione e l’esattezza delle metafore. Conosceva, per esempio, le implicazioni di questa differenza. Dentro gli spazi lasciati aperti dall’approssimazione, aveva constatato, ci si poteva infilare di tutto, come aveva visto fare tanto spesso in funambolismi deliranti.
Massimo non voleva fare più discorsi inutili e, giustamente, non voleva più sentirseli fare. Per esempio riteneva inutile giocare una partita senza regole e d’altra parte sopportava ancor meno le regole che si moltiplicavano senza contemplare una partita.
“Un obiettivo prima di tutto” ragionava “…. e un metodo” Il resto veniva da sé. Questa per lui era la logica.
L’obiettivo era “orizzontarsi”, il metodo lo stile scientifico. Le tappe erano, nell’ordine: consapevolezza della complessità, umiltà, ascolto, Dio.
Così detto in due parole.
…..
Cos’era e cosa non era lecito: il chiodo fisso di tutte le questioni che si trovava tra i piedi o che si andava deliberatamente a cercare e che ammucchiava irrisolte e sempre più alla rinfusa in un magazzino ormai troppo ingombro di argomenti sfusi e frammentati.
Con tutto questo arsenale aveva costruito i quadri dell’ultima generazione: “Dextra et sinistra pars mentis” cioè il cervello con le sue prerogative e specializzazioni, e l’elaborato del cervello, il pensiero.
…..

Questi quadri erano belli, interessanti, stimolanti e rappresentavano una dannata ed esasperante opportunità d’impegno in quanto da sempre andava dichiarando convinto l’equivalenza metaforica del binomio ARTE-VITA. … Dunque, quale migliore opportunità per lui di investigare il nodo esistenziale del Presente giocandosi la partita in casa, mettendo ordine nella parte destra e in quella sinistra della sua testa d’artista, attraverso l’espediente formale dell’arte astratta?
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Tratto dal libro “IL PRESENTE” di Max Loy

sabato 18 settembre 2010

ispirazione


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Osservava passivo il lento adunarsi delle nuvole che si dissolvevano e si riformavano con un movimento in lenta caduta verso il basso che non si risolveva mai, mimando splendidamente l'identico processo mentale dei suoi pensieri quando, avvertito come da una premonizione, improvvisamente fu preso dall'urgenza indifferibile di recuperare tempo, quasi che ad un tratto fosse entrato nella consapevolezza di uno spreco insensato e colpevole di qualche invisibile opportunità. Valutò i movimenti della nebbia che in un attimo di distrazione aveva guadagnato campo, materializzandosi dal nulla in uno spazio azzurro, si alzò con determinazione e si avviò con passo spedito alla macchina.

aveva avuto un'ispirazione

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Tratto da "IL PRESENTE" di Max Loy

Sentire: Colore e materia

Tutto ciò che 'prende forma' attraverso la vista è superficie e colore, oggetti e paesaggi che non riguardano mai soltanto gli occhi.
Quando lo sguardo si 'appoggia sulla materia' ne ricava sempre anche informazioni tattili, di durezza, consistenza, calore, creando i presupposti per generare molteplici risposte sensoriali.
Per questo non è possibile, nell'esperienza attiva dell'uomo, 'isolare' una 'pura visione'. Vi è nella esperienza quotidiana un prevalere della vista, ma questa opera sempre in relazione con gli altri organi di senso e con un sapere residente e sempre attivo.




Così il colore, non interessa solo gli organi della vista coinvolti nel processo della visione, ma tutte le aree cerebrali deputate ai processi cognitivi. Per questo motivo, la sola definizione di una tavolozza di colori, non può costituire una sufficiente soluzione percettiva per un'opera d'arte. Tutto ciò che è tema di progetto deve essere considerato attraverso la complessità dell'uomo, il suo essere un animale biologico e culturale, capace di 'immaginare' il mondo attraverso la collaborazione fra i sensi e la sua capacità di fare esperienza.


Osservazioni sul colore


Ogni colore ha un proprio significato, che non è frutto dell’invenzione di un qualche studioso, ma affonda le proprie radici nei periodi più risalenti della nostra storia, quando l’uomo viveva a stretto contatto con la natura, immerso nei suoi colori, e la vita era organizzata in base al ciclo notte - giorno.
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Nella cultura tradizionale orientale i colori sono inebrianti, magnifici; ma le forme sono volutamente trascurate. La cultura occidentale precristiana era invece molto attenta alla forma e all'uso, ma poverissima di colore: in greco antico e in latino le poche parole che definiscono un colore si riferiscono in realtà al suo grado di opacità, oppure sono associate a un elemento naturale. Addirittura, le sculture e le pitture erano compiute con colori eccessivamente sgargianti ai nostri occhi, ma sotto-percepiti come normali dagli antichi greci. Solo con l'avvento del vangelo avviene l'integrazione della forma e del colore; tuttavia, vi sono zone, quali l'Europa settentrionale, in cui il cristianesimo si diffonde solo in forma idealistica, che mantengono perciò un forte squilibrio a favore della forma, determinato dal substrato germanico. Le civiltà tendenzialmente irrazionalistiche prediligono l'uso del colore, basti pensare ai mosaici bizantini, dove il colore assume il valore di materia in sé già preziosa, mentre nel tipo di atteggiamento opposto il colore risulta subordinato al disegno e quindi alla forma.

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Per quanto riguarda l'indagine dell'utilizzo del colore nell'arte, assumono grande importanza i riflessi emotivi, quali il calore e la profondità, dato che abitualmente i colori "caldi" avanzano verso l'osservatore, all'opposto di quelli "freddi".
Il colore scelto in un particolare momento può fornire una chiave di accesso alla nostra dimensione soggettiva.

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L’influenza dei colori sulla salute e sulla psiche dell’uomo costituisce l’assunto alla base della cromoterapia, medicina alternativa dalle antichissime origini che negli ultimi anni ha avuto un rilevante sviluppo, e che, in complemento ad altri trattamenti, utilizza l’effetto dei colori sull’uomo in modo da fargli ritrovare un naturale equilibrio mentale e corporeo.

Recensioni da repertorio: IL DINAMISMO ESPRESSIVO DI MAX LOY

Max Loy, artista certamente tra i più significativi e ricchi di creatività del panorama pittorico contemporaneo, esprime la sua personale visione del mondo e della sua esistenza attraverso un cromatismo vivace dai toni caldi, brillanti e luminosi. Ad un attento esame iconologico i temi dominanti della sua pittura: paesaggi, nudi, nature morte, vo
lti di donna dai tratti esotici, appaiono come semplici mezzi di puri gesti cromatici, capaci di evocare emozioni profonde, sogni, segrete fantasie, ricordi.

Il vero protagonista delle opere di Max Loy è dunque il colore che, limitato da segni essenziali ed incisivi, animato dalla luce, diventa energia pura che esplode sulla tela con forza primitiva, con la violenza dei sentimenti grandi ed assoluti come l’odio e l’amore, come un presagio di vita o di morte, come una carica di erotismo e di passione.

È semplice e stimolante colloquiare con queste opere che ricercano nei segreti dell’anima la loro carica vitale, nel mistero della vita il loro significato più autentico.e in questo senso il colore acquista il sapore ed il potere della vita, perchè ritrova in sè la facoltà di agire “in virtù di un suo principio interno”, riuscendo a trasmettere emozioni, stimoli, sensazioni.
I paesaggi dipinti da questo artista non appaiono mai statici e definitivi, ma sembrano pervasi da sotterranei fenomeni di energia endogena che sono pronti a dilaniarli per ricomporli in una nuova armonia strutturale. Paesaggi che non sono certamente gli scenari consueti che ci circondano, ma i volti segreti dell’uomo e della sua inquietudine, pure immagini di libertà e di fantasia, contro tutte le repressioni dei condizionamenti sociali, economici e culturali.
Le opere pittoriche di Max Loy hanno una ricchezza ed una vivacità di ritmi che incantano: le masse e i volumi si alternano armonicamente, i segni e i colori vivono sulla tela in perfetta simbiosi, nel senso che si scambiano reciproci vantaggi, dando vita ad un dinamismo espressivo e cromatico fatto di istinto, di passionalità, di autentica creatività.

Artista poliedrico – pittore, scultore, incisore, abile ed apprezzato ritrattista, arredatore.Le sue sculture appaiono come reperti archeologici, castelli diroccati, cose che sembrano essere state un tempo funzionali e ospiti di vita e che ora si mostrano quali relitti immemori consumati dal tempo e per questo arricchiti dal fascino che sprigionano tutte le cose antiche. Anche le sculture, come tutti gli altri oggetti d’arredamento ideati da questo artista servono a creare negli ambienti dei centri di attenzione e a dividere lo spazio in armonia.
Anna Iozzino Ruocco
(Critico e Storico d’arte.)