tutte le immagini dei quadri, delle sculture ed i testi tratti dai libri dell’artista sono © di Max Loy


..."Il raggio verde è una luce visibile per brevi secondi nelle chiare serate estive, subito dopo il tramonto del sole.

In metafora è qualcos’altro di più significante, una luce interiore che va cercata lì dove ha dimora: nel silenzio.



raccolta di immagini, testi e pensieri di Max Loy ...

e di quant'altro attinente alla sua arte

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..........................Informazioni personali......................... M A X . L O Y

La mia foto
Studio: via Abbi Pazienza 14 – C.A.P. 51100 Pistoia cell. 3389200157 mail - info@maxloy.com

In these paintings of mine there are two different elements: colour and shape, casualty and organization, intuition and recognition. Two different types of music combining melody and a countermelody evoking the marvel of a stereophonic listening.


ACCOMODATI, SEI IL BENVENUTO !

Introduzione alla Sua arte

Esposizione virtuale delle opere di Max Loy.

“E’ così: ogni azione e ancor più manifestamente quelle dettate dal sentimento, affondano le radici in una regione misteriosa dalla quale ogni gesto assume un significato trascendente che è caratteristico della figura dell’uomo: egli trascende se stesso, così le sue azioni sono allegorie, immanenza e trascendenza insieme.

Questo è un mistero grande, l’unico.”

data inizio blog: 8 ottobre 2009


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@book LA MIA STRADA

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giovedì 29 ottobre 2009

L u c e

Ero ragazzo quando andavo a vedere tramontare il sole al di là del mare.
Raggiungevo l'estremo limite di un pontile e, affacciato al parapetto, balaustra di nave, restavo in contemplazione immaginando di salpare seguendo quel miraggio di luce.
Mentre il cielo lentamente imbruniva ed emblematica alle mie spalle si addensava la notte, i miei occhi non vedevano che luce.
Avvertivo nell'anima la seduzione di una domanda: cos'era mai questo pormi di fronte al mare, questo spingere lo sguardo lontano, questa attesa...?
Annotavo dentro me: "l'uomo che guarda il sole... l'uomo di fronte al mare ..."
Il resto della vita l'ho spesa rivedendo ed analizzando appunti come questi.
Mi sono servito dell'arte come via e strumento di esperienza ed ho navigato quarant'anni su quell'acqua che sognavo d'attraversare.




Un moto di risacca batte e ribatte dalla profondità del tempo sulla spiaggia della mia coscienza con i battiti del mio cuore.
E' voce che conosco e che rassicura come suono di ninnananna.
La mia attesa è fiduciosa, provata, quieta: so che tutto viene e tutto passa. C'è ritmo nella mia vita, il disegno del tempo disegna orbite ascendenti, conversioni al centro, velocità in aumento prossima alla caduta libera e liberatoria.
Ho conosciuto felicità, nella mia vita, che sono rimaste intatte nel tempo perchè non avevano corpo e, come profumo, le sento ancora nell'aria all'improvviso, inesplicabili e volatili mi svegliano al ricordo di Itaca e mi dischiudono visioni che mi fanno testimone.
Di tanto fare faccio salva l'attualità, quella che "tace" e che prega "con gemiti inesprimibili", come avevo visto e mirato da molto lontano, curiosando tra le ultime pagine del libro.

Max Loy

mercoledì 28 ottobre 2009

Le sinergie sensoriali di Max Loy

Tra poesia e pittura si registra sempre un sottile, impercettibile gioco di ammiccamenti che vivificano il verso sulla pagina bianca e il dipinto sulla tela altrettanto bianca. La parola e il colore, segreti amanti nel carosello della vita, compongono, allora, l'opera dell'artista assorto nel decifrare l'enigma e arrivare alla perfezione oltre il limite del finito, nell'infinito leopardiano fatto di "interminati/spazî ... e sovrumani/silenzî, e profondissima quiete". Ed è in quel silenzio, che Max Loy insegue "il raggio verde" di "una luce visibile per brevi secondi nelle chiare serate estive, subito dopo il tramonto del sole [...] al di là del mare": metafora di "una luce interiore più significante", che nel sogno identifica lo spirito con le stesse cose che ama.
Nel passaggio dall'esuberante figurativo della giovinezza al surrealismo astratto della più recente, matura sperimentazione, l'itinerario artistico di Loy si precisa attraverso un percorso intimo e nascosto di evasione dall'ovvio, di "ricerca dell'altrove", di studio dell'essenza nel tentativo di sempre rinnovarsi e "rinverdirsi". C'è in lui, infatti, la volontà di uscire da dimensioni conosciute e saggiate per andare avanti, incamminandosi verso ciò che è dettato dallo spirito, oltre e sotto il livello della coscienza, al di là dell'immediatezza dell'esperienza sensoriale per cogliere l'anima delle sensazioni subliminali.

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È il caso di questo acrilico su tela senza titolo, in cui le linee si susseguono in un sapiente accostamento di colori ora decisi ora sfumati, ma sempre accesi e intensi, per fare emergere una personalità che trova nei valori tonali di luce e ombra e nell'armonica, materica fusione di colore e forma quella " sottile Linea azzurra" dell' orizzonte, in taglio basso, cui da sempre Loy aspira: "il mare come vicenda esistenziale, fluidità, divenire; orizzonte come attesa messianica senza fine" . E che non è da intendersi come punto d'arrivo, ma diventa, moltiplicandosi nella sua evoluzione, momento d'inizio, nascita di un universo nuovo e rivelatore, forse quello vero, appunto, quello della grazia delle "libere associazioni mentali". La visione che Loy dipinge, - fatta di un'architettura futuristica, velieri o navicelle spaziali?, palazzi o cattedrali?, e di veli cromatici orizzontali e verticali che svettano come violente sciabolate della spatola nell'aria e che tuttavia trovano nel loro accostamento una fusione euritmica, un ordine all'interno dell'apparente caos -, rimanda alla pace di un mondo possibile dove il tempo scorra lento e sintetizzi colori e suoni, ma anche profumi e sapori, nella purezza di un Eden terrestre creato perfetto dalla mano di quell' "unico responsabile che tiene il timone di questa nave di folli ". Una fantasia o un sogno che è "puro colore in sembianza di sentimento" , come lui stesso spiega, e che scaturisce da sinergie sensoriali inconsce affidate alla tela: "amo questa mitezza dei toni, l'ariosità dello spazio, il calore degli aranci e dei gialli, il profumo di glicine dei violetti,la serenità degli azzurri, il loro continuo comporsi e dissolversi nel trascolorare delle tinte, amo questa superficie densa, crettata come terra assetata".

Alessandra Gaggini


martedì 27 ottobre 2009

In nome dell'ospitalità.....



"...C´è sempre un luogo in cui abbiamo casa ed i miei quadri li ho voluti così, ospitali, con spazi privati da abitare e balconi dai quali affacciarsi su un panorama di domande e risposte nel segno dell´inedito e del condiviso."
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citazione tratta dal libro "destinazione Itaca"

domenica 25 ottobre 2009

La Bellezza, i Confini.

Abbiamo più che mai bisogno di ridefinire territori, disegnare nuove mappe, di capire il confine che separa il bello dal brutto, il buono dal cattivo, perché l’estetica è strettamente connessa all’etica.
La Bellezza sfugge alle definizioni, ma quando ci sorprende la riconosciamo immediatamente, con emozione e gratitudine. Perché gli uomini hanno sempre sentito la necessità di dare un senso alla loro esistenza attraverso qualcosa che li superi, quel «più» che solo la letteratura, l’arte, la musica, la filosofia possono esprimere. Che cosa può rispondere oggi ai canoni della Bellezza, in letteratura come nelle arti, nella musica, nelle scienze? Che cosa si richiede a un’opera? Dove passano i confini del bello e del brutto? Come sono cambiati nei secoli i criteri estetici, e quali sono i loro rapporti con l’etica?

La bellezza è lo splendore del vero, diceva Platone: è un anelito alla speciale «verità» umana e poetica dell’arte, che può risultare anche scomoda e difficile, perché implica sempre la tensione insoddisfatta della ricerca.

sabato 24 ottobre 2009




Vi sono persone che vengono attratte dalle voci fuori coro.
Sono uomini e donne che hanno visto una luce diversa da quella dei semafori e portano nello sguardo il riflesso di quella luce che non solo riscalda il cuore come un sole estivo, ma illumina anche la loro intelligenza con la fantasia di un metodo che sa tirar fuori oro dalle rape.

Astro





martedì 20 ottobre 2009


…Pensavo alla meraviglia dell’abbandonarsi al sonno: è una risorsa formidabile!

Ci provo di continuo quando sono al cavalletto, davanti ad un quadro da organizzare, cerco quello stato dove hanno luogo le libere associazioni mentali, quella sorta di chiaroveggenza dei sonnambuli che rende possibili equilibri inesplicabili.
tratto da "Inseguendo il raggio verde - seconda parte"

sabato 17 ottobre 2009

Inseguendo il raggio verde - seconda parte

".......Ci sono molti colori in queste composizioni di ora, la mia tavolozza si è ulteriormente arricchita perché ormai, alla mia età, ho meritato il diritto di “pazziare”.



Prima ho però avuto la prudenza di maturare il mio stile, perché sono fermamente convinto che la grande libertà del linguaggio astratto chieda esperienza e capacità di governo collaudato. Viene infatti naturale l’istinto malsano dell’arbitrio che è un illecito e una colpa."


Testo poetico di Mariella Murgia "sfera radiante"



Tratto da "La casa del Padre"


..... Altro non vuole conoscere, altro non gli importa .... che questo gli basta.

E sa essere felice perchè non ancora tutte le strade ha tentato per ritrovare quei luoghi: lì su quel crinale, non è ancora andato, per esempio....


venerdì 16 ottobre 2009

Cenni di storia dell'arte: La pittura astratta




La lunga strada percorsa nell'ultimo secolo dalla pittura per liberarsi dai legami della rappresentazione materiale della realtà oggettiva trova la sua conclusione nell'ASTRAZIONE , che si afferma a partire dal 1910.
L'Arte diventa sempre più autonoma, elimina il "soggetto" e la sua "raffigurazione", si interessa soprattutto alla vita psicologica ed emotiva dell'uomo, diventa pura espressiva invenzione. L’opera pittorica non è più semplice imitazione della realtà, ma è essa stessa realtà, come qualsiasi altro oggetto del mondo fenomenico, non è una dimostrazione d 'abilità, ma la materializzazione di un’idea. L’arte astratta di questo secolo ha il fine della comunicazione. Vuole esprimere contenuti e significati, senza prendere in prestito nulla dalle immagini già esistenti intorno a noi.

La decifrazione dell’arte astratta si esplica nel rintracciare l’esperienza esistenziale da cui è nata la specifica opera. L’artista, come qualsiasi altra persona di questo mondo, vive la realtà di tutti. Riceve le medesime sollecitazioni, le interpreta con la sua specifica sensibilità, e , in più rispetto agli altri , le sa tradurre in forma. Il gesto creativo, sostanziandosi in un’opera, diviene traccia esistenziale. L’opera creata diviene traccia di tutta l’interazione tra realtà, sollecitazione, sensibilità e creatività, che può essere comune a tutti, ma che solo l’artista, proprio perché è tale, sa esprimere e oggettivare.In questo caso, l’opera non solo è traccia del proprio essere al mondo, che risulta il valore minimo, ma rimane come testimonianza dell’essere al mondo in un particolare momento, in una particolare situazione, in un particolare contesto e così via. Ed assume, pertanto, valore di documento storico-culturale proprio perché è il frutto di quella particolare storia e di quella particolare cultura.
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di Maria PEZZICA
Insegnante e pedagoga .
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Nota della redazione: Il testo soprastante non fa parte del blog Max Loy ma é stato estrapolato direttamente http://www.pitturaedintorni.it/ldg/006astrattismo.htm
Per qualsiasi esigenza di copyright contattare la redazione del blog che provvederà alla immediata rimozione.

martedì 13 ottobre 2009

lunedì 12 ottobre 2009

....tratto da "inseguendo il raggio verde - prima parte"


"Avvertivo nell’anima la seduzione di una domanda: cos’era mai questo pormi di fronte al mare, questo spingere lo sguardo lontano, questa attesa…?......

.....Annotavo dentro me: “ l’uomo che guarda il sole… l’uomo di fronte al mare….....

......Un moto di risacca batte e ribatte dalla profondità del tempo sulla spiaggia della mia coscienza con i battiti del mio cuore. È voce che conosco e che rassicura come suono di ninnananna......

......La mia attesa è fiduciosa, provata, quieta: so che tutto viene e tutto passa."


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domenica 11 ottobre 2009

Inseguendo il raggio verde - prima parte


Poetica, pensieri ed opere del pittore Max Loy.

"il raggio verde è una luce visibile per brevi secondi nelle chiare serate estive, subito dopo il tramonto del sole.

In metafora è qualcos'altro di più significante, è una luce interiore che va cercata lì dove dimora: nel silenzio."




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(per saperne di più: link http://www.maxloy.com/index2.htm )



















Cenni di storia dell’Arte


La composizione è organizzata rispetto ad un asse di simmetria e quindi è in se conclusa, ha un suo "equilibrio" che verrebbe infranto qualora venissero sottratti o aggiunti degli elementi.
La lettura va fatta partendo dal generale per scendere poi al particolare.
È il tipo di composizione in cui tutti gli elementi hanno più un aspetto di "apparenza" che di "sostanza". Le forme sembrano dissolversi attraverso il colore, perdendo la loro fisicità.
Le immagini sono organizzate secondo traiettorie diagonali che suggeriscono una profondità spaziale, e alla composizione per piani paralleli, dove le immagini risaltano su diversi piani di composizione, con oggetti plastici crescenti, partendo dal fondo fino al piano frontale.
La luce trascorrendo nei vari piani di composizione determina un suggestivo effetto chiaroscurale che rende più sfumati i contorni delle figure.
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Fonti: Maurizio Chelli, 'Manuale per leggere un'opera d'arte', Edup Editore
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Nota della redazione: Il testo soprastante non fa parte del blog Max Loy ma é stato estrapolato dal testo messo in rete
Per qualsiasi esigenza di copyright contattare la redazione del blog che provvederà alla immediata rimozione.

sabato 10 ottobre 2009

Tempo di attesa






"Di tanto fare faccio salva l’attualità, quella che “tace”
e che prega con “gemiti inesprimibili” …
come avevo visto e mirato da molto lontano,
curiosando tra le ultime pagine del libro. "






CENNI BIOGRAFICI E PERCORSO ARTISTICO




DEXTRA ET SINISTRA PARS MENTIS


"Dal tempo d’Adamo in poi, a causa del Diavolo (che significa il divisore), tutti noi facciamo esperienza di una scissione dicotomica della realtà, viviamo nella realtà del due: Nord-Sud, alto-basso, giorno-notte, bello-brutto, buono-cattivo, giusto-sbagliato, bene-male.


Per orientarci in questo mondo ambivalente anche noi siamo strutturati con principio simmetrico e compensativo: due gambe, due mani, due occhi, due orecchie … due, due, due … due emisferi cerebrali preposti a diverse e complementari funzioni conoscitive: la razionalità e l’emotività.


La sintesi di queste differenti facoltà organizza il pensiero che è tipica ed esclusiva connotazione umana. Suo compito è ricucire uno strappo, sanare una lacerazione, fare ritorno all’UNO, al nostro Paradiso perduto.


Così l’arte, che è metafora, interprete del Pensiero e testimone dello Spirito, tenta in ogni sua espressione la sintesi degli opposti; l’armonica via che riconduce all’unità.


Sono presenti, in questi miei quadri, due diversi elementi: il colore e la forma, la casualità e l’organizzazione, l’intuizione ed il riconoscimento. Due diverse musiche accordate come un canto e un controcanto per evocare la meraviglia di un ascolto stereofonico."

Dal 1999 si dedica all’approfondimento e alla sublimazione del suo stile muovendosi nell’ambito del surrealismo astratto.


Scrive saggio “Piccolo saggio sulla pittura” (1996), un romanzo “Similitudini” (1998) e due racconti “La casa del padre” (1998) e “Racconto in bianco e nero” (1999) partecipando a premi letterari.

Insegna per due anni ceramica presso un centro di formazione dell’A.S.L. di Montecatini.

Modella la creta.

1995 Da quest’anno riprende a dipingere specializzandosi in ritrattistica e realizzando copie di quadri antichi d’ogni stile, elaborando più specificamente un suo speciale procedimento di costruzione stratificata del quadro. Si dedica quindi all’insegnamento, aprendo una scuola di pittura nel suo atelier.

Scrive altre opere: due raccolte di pensieri a tema “Non diventerò vecchio ma antico” (1995) e “Il privilegio dei pazzi”



1990 – 1993 In questo periodo riprende a scrivere e nel 1993 porta a maturazione due opere: “40” e “Il Viaggio”.


Nell’87 si stabilisce a Pistoia.


Ristruttura un’antica e caratteristica abitazione del centro storico; ne progetta e realizza l’arredamento e, distratto da questo impegno, smette di dipingere per dedicarsi, negli anni dall’88 al 94, alla creazione di mobili scolpiti in legni pregiati e a quella dei più esclusivi articoli d’arredamento.


Nel 1980 scrive il romanzo “Il Viaggio” che pubblica l’anno successivo a Cagliari.

1983 – 1987 L’autore è impegnato nella presentazione di mostre a tema che presenta a Roma, Firenze, Modena, Bologna, Verona e Pistoia in coreografiche e prestigiose personali.

1978 – 1982 La metafisica apre un nuovo orizzonte di ricerca. In questi anni, oltre a dipingere, Max Loy si dedica alla scultura del legno.

1977 Attenzione crescente per la figura ed il paesaggio. Sperimentazione di nuove tecniche quali velature per ottenere speciali effetti di trasparenza o di sfumato ora necessari per una pittura più nitida, precisa e descrittiva. Abbandono del fondo materico.
1976 Interesse per i temi esotici, per i rituali e le simbologie delle civiltà del passato e dei popoli primitivi.
1975 Focalizzazione dell’interesse sulla figura e sul tema della luce (studi sul nudo, sulla luce, sul paesaggio, sulle piante, sull’acqua, …)
1974 Nuovi esperimenti sul colore adoperato in modo corposo o diluito per definire plasticamente la figura o creare atmosfere.

Parentesi orafa: progettazione di modelli, contatti con “UNO A ERRE”, “Etruria Oro”, “Silver selection”.

Ceramica: creazione di piccole sculture in argilla grigia e creta refrattaria.

1973 Graduale recupero del figurativo, inciso su supporto materico, con motivi di fossili, pesci, fondali marini, stilizzazioni di figure, scomposizioni di immagini (preminenza della linea sul colore).

1971 – 1972 Ricerca, perfezionamento e realizzazione di opere informali su fondi materici incisi da fughe prospettiche di linee. Tavolozza acquarellata, toni tenuissimi.


1968 –1970 Caratteristica di questi due anni: quadri dai contorni irregolari, fondi materici, strutture applicate per aumentare la tridimensionalità, figure in bassorilievo, colori pieni, corposi, vivacissimi, cornici concepite come prolungamento del quadro, create appositamente dall’artista.

giovedì 8 ottobre 2009

Biografia


Max Loy è nato nel 1950 a Pistoia, dove attualmente risiede. Proviene da una famiglia di tradizione militare. Pittore autodidatta, ha sperimentato le più varie tecniche, inventandone di sue, alla ricerca di una sintesi sempre più completa e specifica della propria poetica. Ha esordito trattando la pittura materica, l'arte gestuale, l’espressionismo, l’astratto per orientarsi progressivamente verso una rappresentazione più realistica, d’impostazione classica, passando attraverso il simbolismo, la stagione metafisica, dove ha perfezionato la capacità descrittiva, fino alla rivisitazione delle tematiche rinascimentali accostate a contesti d’attualità, privilegiando sempre tra i suoi soggetti l’attenzione alla donna. Attualmente ha iniziato una nuova sperimentazione, tesa a fondere le molteplici esperienze tecniche in una sintesi consapevole, essenziale e pregnante, esplorando il libero universo del surrealismo astratto.

Ha esposto le proprie opere nelle gallerie e nei palazzi storici di molte città italiane. E’ presente in cataloghi nazionali, regionali, riviste e pubblicazioni presentato da esperti e critici del settore.